La Nuova Sardegna

Petizione di genitori sardi sul web: si ritorni a scuola

Petizione di genitori sardi sul web: si ritorni a scuola

L'iniziativa sostenuta dallo psicoterapeuta Pisano: "Inaccettabile fare strategie di risparmio sull'istruzione dei nostri figli"

09 maggio 2020
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CAGLIARI. La didattica a distanza? Deve stare a distanza: i genitori non la vogliono più. Passi per quest'anno scolastico, ma l'idea della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina di riproporla, part time, anche a settembre sta provocando le prime rivolte. Gentili, ma ferme. Il no parte dalla Sardegna con una petizione online da questo pomeriggio 9 maggio in rete: è rivolta non solo all'isola, ma a tutta l'Italia.

Un'iniziativa che nasce dopo due incontri, sempre sul web, promossi dallo psicologo e psicoterapeuta Luca Pisano, da anni figura di riferimento per le problematiche giovanili con il suo Osservatorio Cybercrime, iniziativa che tuttora coinvolge mamme e papà su temi delicati che riguardano scuola, adolescenti e bullismo. Le ultime due riunioni hanno avuto un successo strepitoso: oltre diecimila contatti. E il malcontento verso la scuola con le lezioni via pc o telefonino è emerso con tutta la sua forza. Il titolo della petizione è molto chiaro.  «No alla chiusura delle scuole e alla didattica mista (metà a scuola, metà a casa)».

«Considerando - spiega Pisano  - che dall'istruzione delle nuove generazioni dipende il futuro della nostra nazione, è inaccettabile che si valutino strategie di risparmio economico quando si parla dell'educazione dei nostri figli».

Insomma, didattica a distanza bocciata, non rimandata a settembre. Perché non è la scuola che i genitori si aspettano, perché, anche part time, è incompatibile con le necessità lavorative di mamme e papà (bambino solo in casa con il computer?). Ma soprattutto perché non tiene conto delle esigenze dei più deboli. «Dai ragazzi con disabilità a chi ha disturbi dell'apprendimento - spiega Pisano - se non si riaprono le scuole, la vera istruzione potrebbe essere solo quella dei figli di ricchi. Anche da questi ultimi incontri con i genitori è emerso che molti sono pronti a iscrivere i loro figli in scuole private che garantiscono ampi spazi e pochi alunni. E chi non può permettersi di pagare le rette?».

Servono spazi e pochi ragazzi per classe e quindi più insegnanti e personale Ata per consentire i doppi turn: Pisano spiega che per poter riaprire le scuole a settembre, bisogna partire adesso. «Con la sperimentazione si potrebbe partire anche oggi - afferma - ci sono realtà in Sardegna, ma anche nel Lazio in cui si può già fare scuola perché ci sono pochi alunni e molti spazi a disposizione». Naturalmente il progetto lanciato nella petizione non ignora il problema sanitario. «La sola chiusura delle scuole - dice Pisano - può prevenire il 2-4% dei decessi ed è improbabile che sia una misura efficace se gli studenti continuano a frequentare i coetanei fuori casa: è necessario sostenere la frequenza scolastica a scuola con un piano di prevenzione e contrasto al Covid 19 rivolto all'intera popolazione».

Con interventi mirati anche per la scuola: ingressi e uscite scaglionate, termoscanner con personale formato per la misurazione della temperatura, eliminazione delle pause collettive come la ricreazione, il pranzo e le assemblee scolastiche per organizzarle in forma scaglionata. E i bus? Più numerosi e sempre sanificati. (stefano ambu / ansa)

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