La Nuova Sardegna

Miele sardo, crollo dell'80 per cento della produzione

Miele sardo, crollo dell'80 per cento della produzione

Appello della Coldiretti: gli alveari isolani rischiano la chiusura, posto di lavoro in bilico per oltre 1700 apicoltori

11 luglio 2020
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CAGLIARI. Crollo dell'80% della produzione e invasione di miele straniero: due barattoli su 3 sono importati, il 40% dall'Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. Risultato: gli alveari sardi rischiano la chiusura. È l'allarme lanciato da Coldiretti Sardegna: l'organizzazione lancia ora l'hashtag #compramielesardo. In primavera le produzioni di miele sono state quasi nulle. Nel sud Sardegna si sono fermate al 20% (- 80%), circa 4 kg ad alveare rispetto ai 20 kg di media. A salvarsi, per modo di dire, sono state solo alcune aree del centro Nord Sardegna e Logudoro (che rappresentano circa il 15% del settore sardo). Lì le perdite si sono fermate al 50%.

Quest'anno sarà molto difficile trovare miele di arancio sardo: gli agrumi in forte stress per il clima anomalo hanno fiorito con un mese di anticipo. Le fioriture prodotte sono prevalentemente di macchia mediterranea ed asfodelo, assente quella di cardo. E non va meglio d'estate. La produzione dell'eucalipto, ancora di salvezza degli apicoltori, quest'anno si è sviluppata in modo molto più lento a causa del forte maestrale che ha colpito la Sardegna nel momento di maggior produzione nettarifera delle piante e ha compromesso la capacità operativa delle api e produttività della pianta.

Da qui l'Sos di Coldiretti: 1767 apicoltori rischiano di dover dismettere i 66.773 alveari presenti in Sardegna. A rischio sono ovviamente gli 828 apicoltori professionali (939 sono in autoconsumo, i cosiddetti hobbisti). A tutto questo si aggiunge anche la solita burocrazia «Circa il 70% degli apicoltori aspetta ancora gli indennizzi per la siccità del 2017 - ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, una lentezza ingiustificabile e improponibile per imprese che aspettano da tre anni nell'incertezza assoluta». (ANSA).

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