La Nuova Sardegna

Pochi insegnanti di ruolo e scoppia il caos supplenze

di Silvia Sanna
Pochi insegnanti di ruolo e scoppia il caos supplenze

La ripartenza a scuola: solo 600 su 1500 i ruoli assegnati. Call veloce non va: l’isola ha poco appeal

07 settembre 2020
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SASSARI. Sono seicento gli insegnanti freschi di contratto a tempo indeterminato: l’hanno appena firmato e sono diventati ufficialmente titolari di cattedra. Stop all’incertezza e ad anni di precariato per la maggior parte di loro, basta a fare su e giù ogni giorno tra diversi istituti per mettere insieme il numero d’ore che vale una supplenza. Per loro è arrivata la svolta ma il rammarico è che potevano essere molti di più: i posti in palio erano infatti circa 1450 ma 900 sono rimasti scoperti per assenza di candidati. Questo significa che il 22 settembre alla riapertura delle scuole mancherà all’appello un alto numero di insegnanti titolari. Ma la situazione potrebbe essere persino peggiore perché a coprire i buchi saranno chiamati i supplenti inseriti nelle graduatorie provinciali: qui, per via della nuova procedura digitale seguita dal ministero è scoppiato il caos. L’obiettivo era nobile: accelerare i tempi ed evitare assembramenti vietati in epoca Covid nelle sedi degli uffici scolastici. Ma il risultato ha lasciato l’amaro in bocca: le graduatorie, dicono gli addetti ai lavori, sono piene di errori ma non si possono correggere. Che succederà allora? Molti candidati che ritengono di essere stati esclusi ingiustamente ricorreranno al Tar – con perdita di tempo e di denaro – e se vincitori scalzeranno dalla cattedra i loro predecessori. Con buona pace della continuità didattica.

Cattedre scoperte. A mancare all’appello saranno soprattutto i prof abilitati all’insegnamento di alcune discipline: «In testa ci sono matematica, scienze e italiano, storia e geografia nel I Grado e matematica e italiano nel II grado – dicono Alessandro Cherchi e Federico Fadda, segretari territoriali Uil scuola Sassari e Gallura – . Purtroppo molti posti sono rimasti vacanti e neanche la Call veloce ha sanato la situazione». Si tratta della nuova modalità per il reclutamento introdotta dal ministero: si offre un posto di ruolo a docenti abilitati in regioni diverse rispetto a quella dove si risiede. Ma sono pochi quelli che accettano di spostarsi nonostante il contratto a tempo determinato: «A parte una manciata di docenti di Scienze Giuridico economiche provenienti da altre regioni d’Italia, nessuno ha deciso di investire la sua vita da docente in Sardegna e tanto meno docenti sardi hanno deciso di varcare l’isola per accettare posti di lavoro in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Poche decine di domande per la Sardegna a fronte di circa 600 posti e circa 60 in Lombardia su 15000 posti disponibili», spiegano i sindacalisti della Uil.

Graduatorie nel caos. «La colpa è del Ministero che ha cambiato la procedura e generato una lunga serie di errori che non possono essere immediatamente sanati. «Questo significa che tra i supplenti ci saranno molti che non hanno diritto mentre quelli titolati resteranno parcheggiati». Giampiero Nurra è il coordinatore provinciale della Gilda insegnanti per il Nord Sardegna. Il sindacato ha rotto le relazioni con il ministero criticando pesantemente l’operato e le scelte portate avanti senza consultazioni. «Il caso delle graduatorie per le supplenze è esemplare. La digitalizzazione ha creato un sistema ingabbiato nel quale i tanti errori evidenti non possono essere corretti. Negli elenchi sono stati attribuiti punteggi sbagliati che hanno tagliato fuori molti aventi diritto. È incredibile che saranno costretti a ricorrere al Tar: tanti vinceranno e subentreranno, generando ulteriore caos». Aggiungono Cherchi e Fadda della Uil: «Gli uffici scolastici provinciali insieme al gestore informatico stanno cercando di sistemare la situazione. Ma al momento per quanto ci riguarda non ci sono le condizioni per procedere nell’imminenza all’assunzione dei precari attraverso le graduatorie perché i punteggi degli aspiranti sono visibilmente errati». Un problema che si sarebbe potuto evitare se il Miur seguendo la prassi abituale, avesse accettato di pubblicare, prima di quelle definitive, le graduatorie provvisorie: gli errori si sarebbero potuti correggere subito evitando polemiche, ricorsi e contratti stracciati.



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