La Nuova Sardegna

Covid, il nuovo Dpcm di Conte: stretta sulla movida, le palestre restano aperte

Covid, il nuovo Dpcm di Conte: stretta sulla movida, le palestre restano aperte

Cambia  il calendario sugli orari delle scuole: ulteriori scaglionamenti, anche con eventuali turni pomeridiani e l'ingresso non prima delle 9

18 ottobre 2020
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ROMA. Chiusure temporanee, una sorta di 'coprifuocò deciso dai sindaci, in piazze e vie dopo le 21 di fronte ad eventuali rischi di assembramenti, didattica a distanza solo in situazioni critiche e possibili turni pomeridiani per le classi. È un decreto anti-movida che tutela chi rispetta le regole quello scritto a più mani dal Governo, seduto per quasi tre giorni al tavolo delle trattative assieme a Regioni e Enti locali. Ma «la strategia non è e non può essere la stessa della primavera», assicura il premier Giuseppe Conte, che avverte: «il governo c'è ma ciascuno deve fare la sua parte». Ed è solo l'inizio di un piano più ampio. Il Presidente è consapevole «che ci sono ancora diverse criticità: facciamo 160 mila tamponi al giorno - dice - ma certo non possiamo tollerare le file di ore». Il nuovo pacchetto di misure coinvolge soprattutto bar e ristoranti che chiuderanno a mezzanotte, ma su di loro potrebbero gravare provvedimenti che puntano a limitare in modo mirato i luoghi che espongono a maggiore rischio di assembramento: in quei casi la chiusura anticipata alle 21 potrebbe quindi essere applicata - secondo il provvedimento - dagli stessi sindaci per intere strade. Sindaci che però non ci stanno e rimandano la palla al Governo: «Sarebbe un coprifuoco scaricato sulle nostre spalle. L'esecutivo si assuma le sue responsabilità». In qualunque caso, dalle 18 sarà possibile soltanto il consumo al tavolo, a cui dovranno in ogni caso sedersi massimo sei persone. E all'esterno dei locali dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti all'interno.

È proprio su questi ultimi punti che è rimasta in piedi l'intesa tra governo e Regioni, le quali chiedevano di non penalizzare ulteriormente quei settori già colpiti dal lockdown (4 i miliardi previsti per il ristoro, ma non 'più a pioggia'). Il lavoro di mediatore porta la firma del ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, alle prese con il filo sottile del dialogo lungo quanto la catena di vertici fissati: «sono proposte che vanno nella nostra stessa direzione - spiega Boccia - . Chi vive le complessità quotidiane dei territori merita il massimo dell'ascolto». Parole che blindano l'intesa. Palestre aperte, come volevano i governatori, ma con riserva: dopo un braccio di ferro tra i ministri di Sport e Salute, Spadafora e Speranza, - il secondo era per chiuderle - le strutture incassano al momento una settimana di tempo per adeguarsi in maniera rigorosa ai protocolli. Gli sport di contatto a livello amatoriale, come calcetto e basket, restano vietati con uno stop anche per le relative associazioni e scuole per bambini e ragazzi. Il calcio dilettantistico resta attivo fino alla prima categoria. Sul fronte dell'alleggerimento del trasporto locale, l'unica soluzione che accontenta tutti - Esecutivo e Regioni - è quella di portare la quota di persone in smartworking dal 50 al 75%. Non ci sarà una riduzione della quota di riempimento dei mezzi, ma l'adozione di misure un maggior controllo sulle banchine delle metropolitane per agevolare i flussi di salita e discesa.

«Aerei, navi, bus, treni a lunga e corta percorrenza hanno contribuito con lo 0,1% al contagio», chiarisce il ministro ai Trasporti, Paola De Micheli, che - oltre ai 1.600 bus turistici in circolazione - si dice «disponibile a potenziare il sistema». Cambia anche il calendario sugli orari delle scuole: ulteriori scaglionamenti, anche con eventuali turni pomeridiani e l'ingresso non prima delle 9, puntano a limitare il rischio caos nelle ore di punta, ma c'è il 'nì' del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina sulla richiesta pressante delle Regioni di potenziare la didattica a distanza - affinché diventasse in questi mesi una regola per il quarto e quinto anno delle superiori - e di indicarla in una norma nel prossimo Dpcm. «La scuola in presenza è fondamentale per tutti - ribadisce la ministra - dai più piccoli all'ultimo anno del secondo grado». Un ricorso costante a forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, tra cui le lezioni a distanza, saranno possibili «previa comunicazione al Ministero dell'Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferito ai specifici contesti territoriali», si legge nella bozza Dpcm. Si torna indietro di mesi sul fronte degli eventi: saranno sospese sagre e fiere, ma consentite la manifestazioni di carattere nazionale e internazionale. Ma il virus avanza e tutti sanno che le misure potrebbero rivelarsi più momentanee del previsto, per essere presto scavalcate da altri decreti. «Ci sono evoluzioni continue - spiega il ministro Boccia - Consideriamo questa modalità di confronto tra noi una convocazione permanente e interverremo in tempo reale ogni volta in cui sarà necessario e se dovessero emergere criticità». (Lorenzo Attianese /ANSA).

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