La Nuova Sardegna

Il pecorino romano alla conquista delle tavole cinesi

Il pecorino romano alla conquista delle tavole cinesi

E' tra i 100 prodotti agricoli dell'Unione europea a cui è stato conferito uno status speciale protetto in Cina in base a un accordo di reciprocità negoziato tra Pechino e Bruxelles

02 dicembre 2020
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ROMA. Il gusto sapido e forte di uno dei formaggi italiani più conosciuti, il Pecorino Romano, si fa strada sempre più sulle tavole cinesi. Il Pecorino Romano, un formaggio stagionato a pasta dura a base di latte di pecora, è tra i 100 prodotti agricoli dell'Unione europea a cui è stato conferito uno status speciale protetto in Cina in base a un accordo di reciprocità negoziato tra Pechino e Bruxelles. I produttori di questa specialità non hanno perso tempo a sfruttare questa nuova posizione. Partendo da una base relativamente piccola, secondo il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, quest'anno le esportazioni di questa eccellenza della gastronomia italiana in Cina sono aumentate di quasi il 150% e ammonteranno a circa 13.000 chili (quasi 29.000 libbre). Eppure i principali dati del settore ci dicono che è soltanto l'inizio.

«Siamo solo all'inizio in Cina», spiega Gianni Maoddi, produttore di Pecorino Romano e neoeletto presidente del consorzio. «Quando vado in Cina per le fiere, trovo sempre più persone attratte dal gusto forte e salato del Pecorino Romano». Maoddi prevede che le esportazioni di questo formaggio tipico in Cina potrebbero aumentare di 30 volte nel prossimo decennio, fino a 400.000 chilogrammi (quasi 900.000 libbre). Quel livello di esportazioni sarebbe quasi pari alle attuali esportazioni di Pecorino Romano in Canada, uno dei mercati più stabili per i produttori di questo formaggio. «Esistono tutte le condizioni per la crescita di un mercato in Cina», sottolinea Andrea Pinna, co-proprietario e direttore commerciale dell'industria casearia Fratelli Pinna, che quasi tutti gli anni è responsabile di circa un settimo della produzione totale di Pecorino Romano. «I consumatori cinesi sono sempre più curiosi riguardo la cucina straniera e il nostro formaggio è uno dei più caratteristici sul mercato e può adattarsi alle tradizioni culinarie locali», spiega Pinna.«Il formaggio gode anche del noto marchio 'Made in Italy', un simbolo di alta qualità sui mercati esteri».

In Italia si producono diverse varietà di pecorino, tra cui il Pecorino Sardo e il Pecorino Toscano ma il Pecorino Romano è la versione più diffusa. Secondo il consorzio, quest'ultimo rappresenta quasi i due terzi di tutti i formaggi di pecora prodotti nel nostro Paese e circa l'85% di quelli che cadono sotto la denominazione di «pecorino». Secondo la tradizione, il formaggio viene solitamente grattugiato e aggiunto a una serie di piatti di pasta oppure tagliato a fette sottili e unito ad altri per dare maggiore sapidità o ridotto in piccoli blocchetti con un coltello apposito e servito in pietanze a base di latticini.

Oggi, rivela Pinna, la cui azienda ha sede in Sardegna, circa l'85% del Pecorino Romano viene prodotto sull'isola e non nelle aree circostanti di Roma, come suggerirebbe il nome. «La parola 'Romanò si riferisce al processo specifico utilizzato per produrre il formaggio e non alla sua provenienza», spiega Pinna, secondo cui la versione romana del formaggio è diventata la più popolare grazie al fascino di questo prodotto. Secondo Maoddi questa è la chiave della crescente popolarità del Pecorino Romano anche in Cina e in altri nuovi mercati. «Il nome 'Pecorino Romanò potrebbe ancora non essere molto conosciuto oggi in Cina ma pensiamo che questa realtà potrebbe cominciare a cambiare», conclude Maoddi. (ANSA-XINHUA).

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