La Nuova Sardegna

Ritirato dalle edicole il libro su Matteo Boe

di Simonetta Selloni
Il libro su Matteo Boe in un’edicola di Nuoro
Il libro su Matteo Boe in un’edicola di Nuoro

L’ex latitante ottiene il sequestro dal Tribunale di Nuoro, il 21 gennaio la causa di merito. Stupore di editore e autrice

14 gennaio 2021
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NUORO. Con un decreto firmato l’8 gennaio scorso dal giudice Salvatore Falzoi (ma notificato l’11), il Tribunale di Nuoro, sezione monocratica civile, ha ordinato di “non pubblicare o divulgare il libro Bandito - Matteo Boe: la vita, il carcere, la libertà, scritto dalla giornalista Laura Secci, per le edizioni Il Maestrale di Nuoro. Il libro è in tutte le edicole dal 9 gennaio scorso in abbinamento con La Nuova Sardegna ed è andato letteralmente a ruba. Il provvedimento del giudice segue il ricorso presentato dall’avvocata Anna Rita Mureddu, che tutela gli interessi dell’ex latitante di Lula, protagonista di una rocambolesca evasione dal carcere dell’Asinara (nel 1986), tornato in libertà il 25 giugno 2017 dopo 25 anni di carcere, 20 dei quali comminatigli per il sequestro di Farouk Kassam.

Il giudice ha accolto la domanda cautelare richiamandosi alla norma, ritenendo sussistenti le ragioni esposte e i documenti prodotti, senza fornire ulteriori motivazioni. Ha quindi fissato al 21 gennaio alle 9.30 l’udienza di comparizione delle parti. E quella sarà la sede nella quale si comprenderanno le ragioni del ricorso, del provvedimento che ha tutti i caratteri dell’urgenza (tanto è che viene assunto senza aver interpellato le parti chiamate in causa), e le spiegazioni che vorranno offrire la casa editrice e l’autrice del libro.

Il volume vede la sua genesi in una fitta corrispondenza tra l’autrice, iniziata nel 2012, e Boe. Proseguita con una serie di incontri tra Laura Secci e l’ex latitante nel carcere di Opera, dove Boe stava scontando la pena.

E proprio Laura Secci è la persona che ha atteso Boe fuori dal penitenziario, il giorno della sua scarcerazione, per poi allontanarsi con lui in auto. L’autrice (origini sarde, laurea in Filosofia a Pisa, una lunga parentesi nell’esercito con il quale ha partecipato a diverse missioni in Medio Oriente, dal 2009 giornalista per La Stampa), si è mostrata sorpresa dall’evoluzione della situazione: «A me non è stato notificato niente e ho saputo di questo provvedimento perché la casa editrice me ne ha dato notizia. È un provvedimento su base unilaterale offerta da Boe rispetto a cui avrò modo di difendermi quando l’atto mi sarà notificato. Comunque posso dire fin d’ora che ho agito nella correttezza più assoluta e con estremo rigore deontologico».

Sorpresa anche da parte della casa editrice Il Maestrale. Giuseppe Podda, legale rappresentante: «Siamo certi di esserci comportati nel rispetto delle regole, siamo assolutamente sereni e fiduciosi. Aspettiamo l’udienza del 21, e confidiamo nel fatto che tutti gli elementi di questa vicenda si chiariranno in quella sede».

L’avvocata Mureddu, che tutela Boe dalla sua scarcerazione, in merito alle ragioni del ricorso, ha fatto riferimento alla mancanza di un non meglio chiarito «consenso» e al fatto che si sia preso «in considerazione anche il contenuto del libro». Ci sarebbe stato, con l’autrice, il tentativo di percorrere una «via stragiudiziale» per bloccare la pubblicazione, evidentemente senza esito.

Ora non resta che attendere l’udienza del 21 gennaio. E si capiranno meglio i contorni di una vicenda che aggiunge un ennesimo capitolo alla storia del lulese.

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