La Nuova Sardegna

i controlli 

Verifiche incrociate tra le banche dati per stanare furbetti e case fantasma

di Silvia Sanna
Verifiche incrociate tra le banche dati per stanare furbetti e case fantasma

SASSARI. A quasi due anni dall’approvazione della legge, c’è chi ancora ignora le regole. E non sa che ricevere il reddito di cittadinanza senza averne diritto, è un atto illecito con risvolti penali:...

27 gennaio 2021
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SASSARI. A quasi due anni dall’approvazione della legge, c’è chi ancora ignora le regole. E non sa che ricevere il reddito di cittadinanza senza averne diritto, è un atto illecito con risvolti penali: non basta restituire il maltolto e salutare per sempre il sussidio, per i furbetti si possono anche aprire le porte del carcere in seguito a condanne da 1 a 3 anni. La variabile è data dai tempi: chi ha mentito sin dall’inizio corre il rischio più grosso rispetto a chi “omette” di comunicare che la sua situazione economica è cambiata rispetto al passato. Tutto ha inizio con una dichiarazione sostitutiva unica (dsu): con questo documento gli aspiranti percettori del reddito mettono nero su bianco la propria situazione patrimoniale in base alla quale ritengono di avere diritto all’aiuto. L’Inps, che riceve le richieste, avvia le prime verifiche attraverso l’agenzia delle entrate: se la situazione appare in regola, si dispone l’erogazione del sussidio per i successivi 18 mesi. Ma i controlli non si fermano qui. Anzi, in seguito alla moltiplicazione dei furbi, l’attività di verifica è stata intensificata. E questo ha permesso di fare emergere molte situazioni irregolari. Uno dei casi più comuni è quello del beneficiario del sussidio che non comunica la variazione del reddito del proprio nucleo familiare: succede quando uno dei componenti inizia a lavorare, oppure se si diventa proprietari di un immobile o di un altro bene che va a incidere sull’Isee. A parte i controlli che vengono eseguiti dalle forze dell’ordine in caso di segnalazioni, c’è l’attività portata avanti dagli ispettori del lavoro. Spiega Irene Cammarata, dirigente dell’Ispettorato per Cagliari e Oristano: «I controlli nei cantieri spesso portano a identificare lavoratori in nero. I codici fiscali degli irregolari vengono incrociati nella banca dati dei percettori del reddito di cittadinanza. Se coincidono, significa che il lavoratore in nero è titolare del sussidio o fa parte di un nucleo familiare che comprende un altro soggetto percettore del reddito. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a un comportamento illegittimo che viene segnalato all’Inps». Nell’operazione portata avanti dalla Guardia di finanza di Nuoro c’è il caso del beneficiario di sussidio e proprietario di 60 unità immobiliari. Beni non dichiarati nella fase iniziale ed evidentemente ignoti alla agenzia delle entrate: per fare in modo di fare verifiche più accurate già al momento della richiesta, l’Inps sta estendendo i controlli anche al catasto e al Pra, sulle cui banche dati non ha accesso diretto. In questo modo, chi possiede case e terreni “fantasma” viene subito individuato ed escluso dalla erogazione del sussidio. Ancora diverso il caso di chi, già beneficiario, fa una vincita al gioco: se on line – come nel caso di uno dei soggetti di Nuoro – non risulta subito perché non viene tracciata (a differenza per esempio da una vincita ordinaria) ma emerge solo da controlli successivi. Proprio sui giochi on line e sulle vincite che fanno lievitare il reddito sono state avviate dall’Inps verifiche a livello nazionale.

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