La Nuova Sardegna

A marzo immunizzati oltre 120mila sardi

 A marzo immunizzati oltre 120mila sardi

Da lunedì vaccinazione per tutti i nati fino a 1936, da 15 marzo si abbassa l’età Medici di famiglia pronti a collaborare ma solo dopo un accordo con la Regione

23 febbraio 2021
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CAGLIARI. L’accordo nazionale con i medici di famiglia dovrebbe dare la svolta alla campagna di vaccinazioni a tappeto. «Siamo pronti. Non ci tiriamo certo indietro, ma prima di partire serve un confronto immediato con la Regione», fa sapere la segreteria regionale del Sindacato dei medici, lo Snami. Anche dalla Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generali, arriva la stessa sollecitazione: «Il protocollo nazionale da solo non basta, serve un coordinamento territoriale, per evitare errori e lo spreco di dosi». È evidente che l’efficienza della macchina dipenderà soprattutto dal numero di vaccini in arrivo dal primo marzo in poi, quando anche in Sardegna dovrebbe scattare la vaccinazione degli over 80 su larga scala.

La stima. Stando all’ultima tabella, allegata al Piano regionale, a marzo dovrebbero essere consegnate 222.480 dosi fra Pfzier, Moderna e Oxford-AstraZeneca, per immunizzare oltre 121mila sardi. Però, come confermato in queste ore, le multinazionali hanno annunciato che le «forniture previste saranno ridotte almeno del 10 per cento» e quindi gran parte dei calcoli dell’assessorato alla sanità andranno rivisti nei prossimi giorni. AstraZeneca, ad esempio, avrebbe dovuto inviare a marzo 109mila fiale con cadenza settimanale, ma in effetti non andrà oltre le 98mila almeno fino a quando non andranno a regime «i complessi processi produttivi», s’è giustificata la casa farmaceutica. Comunque sempre per quanto riguarda il vaccino Oxford c’è da registrare anche questa buona notizia: l’Agenzia del farmaco ha autorizzato anche la somministrazione agli under 65, alzando il tetto dell’età che finora era fermo sotto i 55 anni. Stando sempre al Piano regionale, a marzo Pfizer dovrebbe consegnare 94.500 dosi e Moderna 18.630, entrambi numeri lordi. Sono proprio questi i vaccini che saranno utilizzati – sempre dal prossimo mese in poi – per immunizzare i 115mila over 80 sardi censiti dall’Istat. A partire dal prossimo lunedì dovrebbero essere convocati i nati fino al 1936, mentre dal 15 marzo in poi quelli dal 1937 al 1941. Anche se la rete per le prenotazioni dev’essere ancora messa a punto fra possibili invii di uno o più Sms sul telefonino e «l’annunciata progressiva attivazione di sportelli Cup dedicati», testuale dal Piano.

Trimestri successivi. Da aprile a giugno in Sardegna dovrebbero arrivare 678.780 dosi Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Poi nei tre mesi successivi 972.270 e sempre dalle stesse case farmaceutiche. Però a breve le multinazionali in campo saranno anche altre, e sono tutte in attesa del via libera europeo, annunciato molto rapido da Bruxelles. A essere in lista d’attesa per ora ci sono Johnson&Johnson, 53 milioni sono le fiale prenotate dall’Italia, Sanofi, 40 milioni, e Curevac, 30 milioni. Anche la Sardegna, è scontato, riceverà una quota di questi nuovi vaccini. In più non va dimenticato neanche l’italiano Reithera, che in estate dovrebbe concludere la fase di sperimentazione. Con tutta questa moltitudine di dosi, seppure in gran parte ora solo stimate, la Regione ha fatto sapere che entro agosto-settembre vorrebbe finire di immunizzare tutti gli over 16, per l’esattezza un milione e 452mila sardi.

Punti fissi e mobili. Sono 72 le location individuate. A Sassari saranno 9 e suddivise fra il Servizio di igiene pubblica di Rizzeddu e gli ospedali civili di Alghero e Ozieri, più un altro punto vaccinale, il decimo, al Palazzo delle medicine di viale San Pietro, gestito dall’Azienda universitaria. In Gallura saranno 23 (Giovanni Paolo II, Paolo Dettori di Tempio, e Merlo di La Maddalena) e 4 nel Nuorese (ospedali San Francesco e il San Camillo di Sorgono). Altri 10 nell’Ogliastra (Lanusei, Jerzu e Tortoli) e 4 nell’Oristanese (San Martino e l’ospedale Delogu di Ghilarza). Tredici in tutto nel Cagliaritano, 6 nel Medio Campidano e 2 nel Sulcis. In questa mappa, però, non sono compresi le unità mobili e soprattutto gli ambulatori dei medici di famiglia per le vaccinazioni domiciliari. Invece è proprio questa la nuova frontiera su cui vuole puntare il governo Draghi per accelerare la campagna.

Discesa in campo. Proprio i medici di famiglia sono pronti a fare la loro parte. In Sardegna sono 1.200 e i loro ambulatori rappresentano una «rete capillare da cui non è possibile prescindere», è scritto nel protocollo nazionale sottoscritto a Roma. Ma poi il Governo ha chiesto alle Regioni di firmare accordi territoriali in tempi rapidi.

«Da almeno 10 giorni abbiamo chiesto all’assessorato alla sanità una riunione organizzativa ed operativa per definire al meglio la campagna - fa sapere Edoardo De Pau, vicepresidente regionale dello Snami – ma non abbiamo ricevuto ancora una risposta». Per poi sottolineare: «Non metteremo paletti, ma tutte le future procedure dovranno essere effettuate in sicurezza e per questo è indispensabile un confronto immediato con l’assessorato e l’Ats-Ares. Il primo marzo è dietro l’angolo. Non va poi neanche dimenticato che il Covid non ha bloccato le altre malattie e oggi il medico di medicina sta supplendo alle carenze delle strutture sanitarie sul territorio». (ua)



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