La Nuova Sardegna

Il tribunale di Cagliari «commissaria» il M5s

di Mauro Lissia
Il tribunale di Cagliari «commissaria» il M5s

Grillini senza rappresentanza legale, il giudice nomina un curatore speciale Dovrà affrontare la controversia sull’espulsione della consigliera Carla Cuccu 

25 febbraio 2021
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CAGLIARI. Il Movimento 5 Stelle non ha un rappresentante legale, quindi le quaranta espulsioni di questi giorni, compresa quella della consigliera regionale Carla Cuccu e dei parlamentari sardi Pino Cabras, Manuela Corda e Andrea Vallascas, fino a questo momento sarebbero in bilico perché gli iscritti colpiti dal provvedimento non sanno a chi indirizzare il ricorso. Con la delibera dello scorso 17 febbraio l’associazione M5s ha cancellato la figura del capo politico rimpiazzandola con un comitato direttivo, ma le cinque persone che dovevano formarlo non sono state nominate e finché i vertici nazionali del movimento non formalizzeranno la composizione dell’organo collegiale, a rappresentare la creatura politica di Beppe Grillo a Cagliari sarà l’avvocato cagliaritano Silvio De Murtas, che agirà nelle vesti di curatore speciale come prevede in casi analoghi l’articolo 78 del codice di procedura civile. La nomina di De Murtas potrà aprire la strada a livello nazionale perchè vengano affidate a curatori speciali le posizioni di decine di senatori e deputati cacciati dal M5s per aver negato la fiducia parlamentare al governo Draghi.

A decidere per questa soluzione temporanea è stato il presidente del tribunale cagliaritano Ignazio Tamponi, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Patrizio Rovelli e Lorenzo Borrè per conto della collega onorevole regionale Carla Cuccu, espulsa dal movimento dopo una sequenza di contrasti con la capogruppo regionale Desirè Manca. Un’espulsione che a leggere l’esposto presentato in Procura dall’avvocato Rovelli e l’istanza per la nomina del curatore sembrerebbe quantomeno viziato da carenza di motivazioni. Se il procedimento disciplinare contro la Cuccu è stato aperto dai probiviri il 13 luglio 2020 per ragioni che i due legali definiscono generiche e su fatti controversi, è stato Vito Crimi, come membro del comitato di garanzia dei 5s, a comunicare alla Cuccu con un’email che il 27 gennaio il suo reclamo contro l’espulsione era stato respinto. Solo che nell’ultima comunicazione i vertici del movimento - così sostengono Rovelli e Borrè – avrebbero glissato sulle ragioni dell’iniziativa disciplinare e ne avrebbero indicato altre, sempre in modo generico e senza specificare quali articoli dello statuto sarebbero stati violati dalla consigliera di Iglesias. Alla base del provvedimento sarebbe la scelta della Cuccu di aderire a iniziative politiche anche esterne al M5s, senza il consenso del gruppo consiliare. Ora però lo scontro politico si è trasformato in una vertenza giudiziaria: prima l’esposto alla Procura con ipotesi di atti persecutori, adesso l’iniziativa - avallata dal tribunale civile - di mettere sotto tutela l’intero M5s, rimasto senza un legale rappresentante abilitato ad affrontare le controversie in corso. Non può essere Grillo, tanto meno Crimi: serve un curatore speciale, come accade nei casi in cui una società non riconosciuta come persona giuridica - è il caso del M5s - non hanno un presidente o una direzione che applichi l’ordinamento interno. Il tribunale nomina il curatore speciale in caso di urgenza e qui l’urgenza è l’esame del ricorso presentato dai legali della Cuccu contro l’espulsione. Difficile non immaginare che il provvedimento firmato dal giudice Tamponi non diventi la base per iniziative analoghe di altri esponenti grillini colpiti da espulsione.

Ma che cosa accadrà nei prossimi giorni? Se il M5s nominerà all’istante il direttivo destinato a governare il movimento la patata bollente passerà ai cinque componenti. Altrimenti - spiegano Rovelli e Borrè in una nota - «l’impugnazione giudiziaria passerà al secondo stadio con la costituzione in giudizio del curatore e il pm del tribunale di Cagliari solleciterà la nomina del comitato direttivo».

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