La Nuova Sardegna

Air Italy, per ora non si licenzia: la palla passa al Parlamento

Air Italy, per ora non si licenzia: la palla passa al Parlamento

I liquidatori chiedono la conversione in legge del decreto Sostegni bis Fondamentale l’emendamento che libera l’azienda da oneri a suo carico

23 giugno 2021
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OLBIA. Il Qatar e Karim Aga Khan, azionisti di Air Italy, fermano temporaneamente le lettere di licenziamento già pronte a partire e mettono il destino dei 1383 lavoratori di Air Italy nelle mani del governo e del parlamento. Per la prima volta aprono uno spiraglio alla proroga della cassa integrazione fino al 31 dicembre. A patto però che prima del 25 luglio venga convertito in legge il decreto Sostegni bis e approvato l’emendamento all’articolo 45 che libera l’azienda da qualunque onere a suo carico.

Per i rappresentanti dei lavoratori è, finalmente, un primo piccolo sprazzo di luce che filtra dal muro fin qui invalicabile eretto dalla compagnia aerea messa in liquidazione l’11 febbraio 2020. Fino a ieri, attraverso i liquidatori Enrico Laghi e Franco Lagro, la compagnia ex Alisarda ed ex Meridiana, si era sempre detta indisponibile ad andare oltre il 30 giugno con la cassa integrazione.

L’apertura è arrivata ieri pomeriggio, durante l’incontro in videoconferenza che ha messo i liquidatori di fronte ai rappresentanti del ministero del Lavoro, dei Trasporti e dello Sviluppo economico, a quelli delle Regioni Sardegna e Lombardia e ai sindacati.

Sospesi i licenziamenti, che sarebbero partiti il 1° luglio, i protagonisti dell’incontro di ieri hanno aggiornato la riunione alle ore 11 del 30 giugno per la firma dell’accordo.

Alcuni punti devono essere definiti meglio. Ce n’è uno in particolare, nella proposta dei liquidatori, che i sindacati non accettano: il sì preventivo ai licenziamenti nel caso il 25 luglio il decreto Sostegni e l’emendamento all’articolo 45 non siano stati ancora approvati. «Una clausola inaccettabile per qualsiasi sindacato» sintetizza Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil. I sindacati, in ogni caso, sono moderatamente soddisfatti. «Le posizioni si sono sensibilmente avvicinate, al punto da porci in un’ottica di cauto ottimismo rispetto al raggiungimento di un accordo sul prolungamento della cassa integrazione», si legge nel comunicato sottoscritto dalle segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl. Ora tocca alla politica. «Sarà compito del Governo Draghi – chiarisce Marco Bardini, dell’Anpav – porre le condizioni affinché l’industria italiana del trasporto aereo, oggi quasi totalmente in mani straniere, visto anche lo stallo di Ita, rinasca dalle sue ceneri, ricomprendendo anche i lavoratori di Air Italy». Serve, intanto, l’impegno forte dei parlamentari espressi dal territorio, dicono Sergio Prontu, segretario della Filt Cgil Gallura, e Gian Luca Langiu, della Fit Cisl.

Anche la politica fa sentire la sua sul risultato di ieri. «Confidiamo – commenta dopo l’incontro l’assessore regionale al lavoro Alessandra Zedda – nel congelamento dei licenziamenti fino alla data di conversione del decreto sugli ammortizzatori sociali per tutto il 2021».

«L'emendamento che abbiamo presentato – affermano i deputati di Forza Italia Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis – rappresenta una soluzione-ponte che ci permetterà di tenere accese le speranze. La vertenza resta complessa e ci sono ancora dei nodi importanti ma è fondamentale che il dialogo prosegua e che i licenziamenti restino congelati».

Critico verso Air Italy e il ministro leghista dello Sviluppo economico, il giudizio di Romina Mura (Pd), presidente della commissione lavoro della Camera: «La trattativa deve continuare fino all’unico esito possibile, cioè la proroga della cassa integrazione. Ma quando si tratta la proprietà non può tenere sul tavolo la pistola dei licenziamenti. Deve essere ben chiaro che con il ministro Orlando noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile, mentre Air Italy non ci mette un euro, quindi eviti ricatti e faccia ancora un passo avanti. E sono ancora in attesa di sentire dal ministro Giorgetti se per quanto riguarda le sue competenze questa è una partita già chiusa e persa, perché il suo silenzio è inquietante. Le prospettive industriali bisogna provare a costruirle, perché guadagnare sei mesi di cassa è importante ma la soluzione è costruire una prospettiva per Air Italy e per il trasporto aereo italiano». (a.se.)

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