La Nuova Sardegna

Un milione per le campagne di scavo

Un milione per le campagne di scavo

La Giunta assegna le risorse per valorizzare nove siti di rilevanza storica

24 giugno 2021
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SASSARI. La Regione mette in campo un milione di euro da investire in nove siti archeologici dell’isola. Si tratta dei fondi stanziati nella manovra finanziaria 2020/2022, che serviranno per gli scavi delle Domus de Janas della necropoli di Sa Pala Larga a Bonorva (140 mila euro), Monti di Deu a Calangianus (190 mila), la Reggia Nuragica di Barru a Guamaggiore (190 mila), il Santuario nuragico di Janna’s Pruna a Irgoli (90 mila), il complesso nuragico di Tattinu a Nuxis (90 mila), il Nuraghe Santu Mali a Pompu (110 mila) e il Nuraghe iloi, Nuraghe Talasai, Domus de janas Ispiluncas di Sedilo (190 mila).

I siti sono stati scelti della Regione in collaborazione con gli uffici periferici del ministero competenti territorialmente. I finanziamenti fanno parte di un fondo più ampio, che ammonta complessivamente a 3 milioni di euro: due già programmati per le annualità 2020 e 2021, ed un milione per l’annualità 2022.

Quest’ultimo è stato destinato dalla Giunta per la progettazione e la realizzazione di campagne di scavo archeologico nei siti di significativa rilevanza storica e culturale.

«Questa amministrazione regionale – sottolinea il presidente Christian Solinas – intende proseguire sulla strada della promozione degli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale regionale, nella convinzione che tali interventi costituiscano un’opportunità non trascurabile di sostegno all’economia locale per le comunità, in termini di incremento dell’occupazione, di indotto e di orientamento alla interpretazione del patrimonio culturale quale fulcro del processo progettuale locale volto alla valorizzazione del territorio».

L’assessore alla Cultura, Andrea Biancareddu, ricorda che in base alla firma dell’accordo Stato-Regione del 7 novembre 2019, sono state previste a favore della Regione risorse aggiuntive per spese di investimento dal 2020 fino al 2033. I progetti dovranno rispettare tutte le condizioni espressamente indicate dal ministero: prevedere il restauro delle strutture e dei materiali mobili rinvenuti e la messa in sicurezza e la ricopertura dell’area di scavo a fine campagna. L’allestimento dell’area di cantiere utile a rendere il bene fruibile alla visita, anche durante le fasi di intervento, compatibilmente con le norme in materia di sicurezza “cantieri aperti” e la pubblicazione scientifica dei risultati dello scavo o dell’intervento. (s.sant.)

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