La Nuova Sardegna

Turismo lento e sostenibile per vivere la vera Sardegna

di Stefano Ambu
Turismo lento e sostenibile per vivere la vera Sardegna

Sardegna Ricerche individua 21 progetti capaci di allungare la stagione.  3,4 milioni dai fondi Por per finanziare percorsi ciclabili, gastronomici e religiosi

29 gennaio 2022
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CAGLIARI. Logudoro e Meilogu con la Valle dei Nuraghi, il lago Coghinas, il circuito delle chiese romaniche e altre tappe che mettono d’accordo spirito e ambiente. Con un salto tra sport e velocità all’ippodromo di Chilivani e all’autodromo di Mores. È il progetto Rete Lakesos 2020, una delle ventuno proposte di Sardegna Ricerche (finanziate con 3,4 milioni di euro) per promuovere un turismo che non consumi il territorio. E che racconti un’isola fatta non solo di mare, ma di angoli nascosti, parchi, siti archeologici e posti dove la gente vive sino a cento anni e passa.

Temi e obiettivi approfonditi ieri nel corso di un convegno regionale, “Il Turismo sostenibile in Sardegna: stato dell’arte e prospettive”. Un appuntamento che ha consentito di fare il punto anche con gli oltre trecento operatori coinvolti nei percorsi e nei progetti. Presente, tra gli altri, anche l’assessore regionale al turismo Gianni Chessa. Tutti alla ricerca magica di un turismo che allunghi la stagione e chiami i vacanzieri anche nelle zone interne. Puntando su aspetti “emotivi”, dal piacere della lentezza alla suggestione dei centenari. Guardando anche in alto nel vero senso della parola: anche il cielo pieno di stelle può essere una risorsa da valorizzare. L’obiettivo del bando- finanziato con risorse del Por Fesr 2014-2020, Asse I – è quello di unire le forze in reti d’impresa in grado di attirare turismo eco-sostenibile. Puntando su aspetti in qualche modo unici. Come suggerisce ad esempio il progetto “Astroturismo Sardegna, un viaggio nello spazio e nel tempo”.

Tra visite dei monumenti con esperti del settore che sanno spiegare il collegamento tra pietre e astri. E passeggiate notturne sotto il cielo sempre pulito di un’isola che per la maggior parte del suo territorio non sa cosa sia l’inquinamento luminoso.

La forza della “calma” è elemento chiave del progetto “Rete Sardinia long stay”. Sottotitolo: consumare esperienze con lentezza. Si tratta di convincere il turista a trasformarsi per un breve periodo della sua vita in “temporary citizen”, cittadino a tempo. Sardo, però. E integrato con la comunità. Lo scenario immaginato è quello dell’interno dell’isola. Una terra da assaporare magari in bici: per questo c’è ad esempio il progetto di Sardinia ride, riciclovia dei giganti. L’idea è di sviluppare un doppio anello da 600 km che tocchi tutti i capoluoghi di provincia passando per i principali siti culturali presenti in Sardegna, (tra cui Barumini, Cabras e Nora), le panoramiche Bosa Alghero, e la 125 tratto Genna Silana. E punti fortemente identitari quali tra gli altri Orgosolo e Mamoiada. Il percorso prevede al 50% viabilità interna, quindi non lungo la costa, al fine di favorire la scoperta dell’entroterra sardo e supportare le economie dell’interno. Percorsi che coinvolgono sempre gli operatori dell’ospitalità e attività che puntano su agricoltura ed eno-gastronomia. Perché guardando le stelle o pedalando bisogna pur sempre mangiare e dormire. Bene. Ma con un animo diverso.

Come succede per O.blu.zo, Ogliastra blue zone. Qui si tratta di scoprire il mistero della lunga vita e dei centenari. Come? Con un’esperienza totalizzante - questa la scheda del progetto - e personalizzata che colpisca tutti i sensi e crei connessioni fisiche, emotive, spirituali, sociali e intellettuali.

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