L'allarme dei geometri sardi: «Col Piano casa bocciato ora l’edilizia è nel caos»
Il presidente del Comitato regionale: «Non siamo in grado di dare risposte». Dopo la sentenza della Corte costituzionale convegni con giuristi e esperti
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SASSARI. «Problemi? Eccome, ne stiamo vivendo di grossissimi». Il mondo dell’edilizia in Sardegna è in subbuglio: ci sono le incertezze legate al superbonus e ora ci sono anche quelle di una legge sul piano casa in gran parte annullata dalla Corte Costituzionale. Dal loro osservatorio i geometri sardi vedono il caos: «C'è il caos totale - dice Gianpaolo Deliperi, presidente del collegio dei geometri di Sassari e presidente del comitato geometri della Sardegna, una sorta di macrocollegio regionale -. L'incertezza riguarda sia i tecnici che devono esaminare le pratiche, sia noi presidenti che dobbiamo rispondere alle domande degli iscritti ma al momento non siamo in grado di farlo». Si naviga a vista. Anzi: nella nebbia: «Stiamo cercando di capire, tutti insieme, attraverso convegni e seminari a cui partecipano giuristi ed esperti di norme costituzionali, come orientare i nostri iscritti. Il 4 marzo a Sassari ci sarà un convegno, un altro è previsto per il 25 febbraio . Ma sinora, in queste occasioni di confronto, non è mai capitato che ci siamo alzati dal tavolo con delle risposte certe».
Primo scenario. Le situazioni possono essere diverse, ma su tutte c’è incertezza, seppure con diverse gradazioni. «Ci troviamo di fronte a tre situazioni - dice Deliperi -. La prima è quella di chi ha già presentato le pratiche, ha ottenuto il titolo abilitativo e ha già iniziato i lavori. In questo caso il diritto a costruire dovrebbe restare, anche se la Regione non si è espressa in modo chiaro. A meno che non si scopra che la sentenza ha valore retroattivo: questo avrebbe conseguenza apocalittiche».
Secondo scenario. La seconda situazione è quella che dà luogo a una specie di limbo: «È quella di chi ha il titolo, ma non ha ancora iniziato i lavori. Il Comune di Sassari, durante un convegno, ha dichiarato che anche in questo caso i diritti saranno fatti salvi. Ma si tratta di una decisione del Comune di Sassari che di sua iniziativa e con coraggio ed esperienza ha scelto di dare questa interpretazione, assumendosene la responsabilità».
Terzo scenario. C’è poi la situazione in cui si trovano quelli che hanno solo presentato le pratiche, ma non hanno avuto il titolo. «Gli uffici non le prendono neppure in considerazione, soprattutto se gli interventi previsti riguardano articoli delegittimati. Anche se, personalmente, credo che una volta annullato l'articolo che prevedeva in toto la proroga del vecchio piano casa della legge anche gli altri di fatto non possano strutturalmente restare in piedi. Quindi in tutti questi casi la pratica non può essere accolta e il lavoro realizzato rischia di non essere pagato».
La zona grigia. Poi c'è un quarto aspetto. Nella legge ci sono degli articoli che, almeno in parte non sono stati annullati dalla sentenza della Corte: «Su questi gli iscritti ci chiedono se possono presentare dei progetti. Ma anche in questo caso non siamo in grado di dare delle risposte. La Regione? Per ora tace su tutto. Alcun indiscrezioni ci dicono che stanno correndo ai ripari con una legge ponte che consenta di mantenere lo status quo. Ma per ora nessuno si è espresso e nessuno della Regione partecipa ai convegni che vengono organizzati sull'argomento. Tutto tace». (r.pe.)
Primo scenario. Le situazioni possono essere diverse, ma su tutte c’è incertezza, seppure con diverse gradazioni. «Ci troviamo di fronte a tre situazioni - dice Deliperi -. La prima è quella di chi ha già presentato le pratiche, ha ottenuto il titolo abilitativo e ha già iniziato i lavori. In questo caso il diritto a costruire dovrebbe restare, anche se la Regione non si è espressa in modo chiaro. A meno che non si scopra che la sentenza ha valore retroattivo: questo avrebbe conseguenza apocalittiche».
Secondo scenario. La seconda situazione è quella che dà luogo a una specie di limbo: «È quella di chi ha il titolo, ma non ha ancora iniziato i lavori. Il Comune di Sassari, durante un convegno, ha dichiarato che anche in questo caso i diritti saranno fatti salvi. Ma si tratta di una decisione del Comune di Sassari che di sua iniziativa e con coraggio ed esperienza ha scelto di dare questa interpretazione, assumendosene la responsabilità».
Terzo scenario. C’è poi la situazione in cui si trovano quelli che hanno solo presentato le pratiche, ma non hanno avuto il titolo. «Gli uffici non le prendono neppure in considerazione, soprattutto se gli interventi previsti riguardano articoli delegittimati. Anche se, personalmente, credo che una volta annullato l'articolo che prevedeva in toto la proroga del vecchio piano casa della legge anche gli altri di fatto non possano strutturalmente restare in piedi. Quindi in tutti questi casi la pratica non può essere accolta e il lavoro realizzato rischia di non essere pagato».
La zona grigia. Poi c'è un quarto aspetto. Nella legge ci sono degli articoli che, almeno in parte non sono stati annullati dalla sentenza della Corte: «Su questi gli iscritti ci chiedono se possono presentare dei progetti. Ma anche in questo caso non siamo in grado di dare delle risposte. La Regione? Per ora tace su tutto. Alcun indiscrezioni ci dicono che stanno correndo ai ripari con una legge ponte che consenta di mantenere lo status quo. Ma per ora nessuno si è espresso e nessuno della Regione partecipa ai convegni che vengono organizzati sull'argomento. Tutto tace». (r.pe.)