La Nuova Sardegna

Spiraglio di luce nella metro

di Franziska Bomboi*
Spiraglio di luce nella metro

La bimba nata nel vagone sotto le bombe ci invita ad avere forza e fiducia

03 marzo 2022
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Sono seduta in pullman, sto tornando a casa da scuola e stamattina ho letto che la Svizzera ha lasciato da parte la neutralità che portava avanti da anni, leggo di questa guerra che nessuno aveva previsto un anno fa e che nessuno voleva, leggo di bombe nucleari e di paesi alleati, leggo cose che di solito trovo solo nel libro di storia e leggo cose che non appartengono a questo anno, questo secolo o questo uomo. Non sono preoccupata che questa guerra mi colpisca ma ci penso tanto, penso al futuro, all’incerto futuro preceduto da un presente non umano e colmo di disperazione, penso che nonostante tutto a me non è stato levato un tetto dalla testa e neanche una nottata di sonno tranquilla. Penso anche che a non troppi chilometri da noi c’è qualcuno che spera di rivedere la luce e i propri cari, penso a quella bambina di pochi giorni nata in una metropolitana e alla speranza nata con lei, penso a quelle persone che hanno paura di dormire e allo stesso tempo non hanno paura di dare forza ai conterranei con un abbraccio nonostante il Covid, penso a tutto ciò e capisco che la situazione non appartiene solo all’Ucraina o alla Russia ma appartiene a tutti noi. La guerra in questo secolo è una sconfitta per tutti, per noi adolescenti che sognavamo questi anni da tempo, per i lavoratori che speravano in una ripresa, per le famiglie e i singoli che vorrebbero cenare e parlare della giornata a tavola. Nel mio piccolo mi viene da pensare, “perché?” e vorrei dire a quelle persone a cui hanno tolto tutto di cercare tra di loro, nelle metro e nei bunker uno spiraglio di luce perché non gli hanno levato la forza, il sorriso e la voce.

*Franziska frequenta il Liceo Satta di Nuoro



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