La Nuova Sardegna

Stop alla pesca del polpo in tutto il golfo di Oristano

di Andrea Sini
Stop alla pesca del polpo in tutto il golfo di Oristano

La Regione ordina il fermo biologico per i mesi di giugno e luglio

05 giugno 2022
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ORISTANO. Niente polpi, siamo oristanesi. Due mesi di stop alla pesca del mollusco, per provare a rimettere in sesto il ciclo biologico e consentire, più avanti nel corso dell’estate, di tornare alle normali abitudini.

Lo ha deciso l’assessorato all’Agricoltura, che detiene la competenza in materia, e che si è mosso anche su sollecitazione degli stessi operatori, ovvero i pescatori. Il decreto n.1547 firmato dall’assessora Gabriella Murgia pone lo stop temporaneo alla pesca dell’Octopus vulgaris nelle acque prospicienti il golfo di Oristano, nel tratto compreso tra Capo Frasca e Capo San Marco. Le disposizioni sono entrate in vigore il primo giugno e avranno effetto sino al 31 luglio.

Nel decreto viene specificato che il divieto riguarda la cattura (ma anche la detenzione, il trasporto e la commercializzazione) di polpo comune con l’utilizzo di qualunque attrezzo della pesca professionale (nasse, attrezzi da posta, etc.), e si estende alla pesca sportiva e ricreativa. Gli esemplari catturati accidentalmente dovranno essere immediatamente rigettati in mare.

È contestualmente vietato «l’utilizzo di nasse aventi dimensioni inferiori a 80 cm di altezza e 30 cm di diametro (comunemente usate per la pesca del polpo) da parte di tutte le imbarcazioni della pesca professionale abilitate ad operare nel compartimento di Oristano».

Il fermo biologico temporaneo in quella zona è una misura che ha l’obiettivo di preservare la stessa specie in un periodo importante per la riproduzione e di garantire la possibilità che la pesca venga poi ripresa senza danni particolari. A sollecitare per primi l’intervento delle istituzioni sono stati come detto i pescatori professionisti del Golfo di Oristano. «Il riposo biologico – hanno spiegato alcuni operatori – consente poi di pescare polpi di taglia maggiore, più facili da commercializzare. La pesca dei polpi di taglia inferiore, dunque più “giovani”, ha anche un maggiore impatto sul ciclo biologico».

Due mesi di stop alla pesca al polpo, dunque, sono visti come una assoluta necessità. In quello specchio di mare, tra l’altro, negli ultimi anni ci sono stati diversi interventi importanti da parte della Guardia costiera, nel tentativo di stroncare la pesca illegale e il mercato nero.

L’ultimo è recentissimo e risale a metà aprile, quando nelle acque dell’Area Marina Protetta del Sinis, nei presse delle rovine di Tharros, sono state recuperate 76 nasse, posizionate in un fondale con profondità variabile tra i 3 e i 5 metri, collegate tra loro e in cui era stata catturata una notevole quantità di pescato.

Appena pochi giorni prima, in questo caso verso Capo Frasca, altre sessanta nasse erano state sequestrate dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale di Oristano.

(ha collaborato

Paolo Camedda)

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