La Nuova Sardegna

Sanità

Il flop delle Guardie turistiche in Sardegna

Andrea Sini
Il flop delle Guardie turistiche in Sardegna

L’Ares ha trasmesso alle Asl la documentazione sul bando per gli incarichi estivi. I numeri sono ben lontani dalla quota utile per attivare le sedi in tutte le località

01 luglio 2022
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Sassari I dubbi e i presentimenti di queste settimane sono ormai certezze granitiche: le guardie mediche turistiche in Sardegna potranno essere presto attivate, ma gli obiettivi iniziali non sono neanche lontanamente raggiungibili.

Ieri mattina la direttrice dell’Ares, Annamaria Tomasella, ha trasmesso alle direzioni generali delle otto Asl isolane gli atti relativi al bando, scaduto lunedì a mezzogiorno, per la selezione degli incarichi provvisori nel servizio di assistenza sanitaria nelle località turistiche.

Le domande presentate dai medici interessati a prendere servizio vanno ancora scandagliate, ma le sensazioni dei giorni scorsi sono diventate certezze: senza neanche considerare il fatto che non tutte siano necessariamente valide, né l’eventualità che qualche medico possa alla fine rifiutare l’incarico, il numero di domande presentate (al momento top secret) non consentirà di aprire tutti i 45 presìdi che l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, aveva inserito in una sorta di “lista dei sogni”. Da Castelsardo a Teulada, passando per Golfo Aranci, l’Asinara, la Maddalena e Torre dei Corsari.

La cruda realtà è invece che soltanto un numero limitato di località turistiche potrà avere un presidio medico garantito per occuparsi dell’assistenza sanitaria ai villeggianti.

Le domande sono insufficienti a coprire tutti i turni delle sedi, e lo sono in termini non ancora ufficiali ma di certo allarmanti. Per quanto riguarda la Asl di Cagliari, ad esempio, si parla di appena una quindicina di domande pervenute, il che significa che delle 8 sedi previste, nella migliore delle ipotesi potranno essere aperte e operative la metà. Tre, forse quattro.

A questo punto la patata bollente passa nelle mani dei direttori generali delle singole Asl, che avranno pertanto il compito di valutare a quali sedi dare la priorità, tenendo presente che lo stesso bando prescriveva di dare la priorità alle sedi nelle quali sarà possibile completare il monte ore necessario per l’attività, tenendo conto di turnazioni e riposi.

Successivamente, sarà Ares Sardegna a contattare i medici e a proporre le sedi individuate. Con la speranza, ovviamente, che non ci siano ulteriori defezioni.

Stamattina, infine, il consiglio regionale si riunirà con all’ordine del giorno anche l'esame della proroga dei contratti in materia sanitaria, con lo stanziamento di 20 milioni di euro, attivati per l'emergenza Covid. All’interno di questo ddl potrebbe venire inserita la norma per la regionalizzazione delle Usca e la proroga sino al 31 dicembre.
 

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