La Nuova Sardegna

Vaticano

I legali: «Contro il cardinale Becciu un castello di falsità e menzogne»

di Gianni Bazzoni
Monsignor Becciu con Papa Francesco
Monsignor Becciu con Papa Francesco

La difesa del monsignore oggi visionerà gli atti del fascicolo della Procura di Sassari. Gli avvocati: «Solo accuse costruite a tavolino per coinvolgerlo nell’indagine» 

03 dicembre 2022
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Sassari La procura della Repubblica di Sassari ha autorizzato ieri sera l’accesso agli atti per il fascicolo riferito a una indagine della guardia di finanza e che contiene una serie di intercettazioni agli atti del processo che vede coinvolto il cardinale Angelo Becciu. Il fascicolo era stato trasmesso all’attenzione del Promotore di Giustizia del Vaticano.

La richiesta era stata formalizzata dagli avvocati Ivano Iai e Paola Balducci che tutelano gli interessi dei familiari di Becciu e della Diocesi di Ozieri. I legali finora erano venuti al corrente di alcuni passaggi solo per averli letti sui giornali o nelle agenzie di stampa. Già questa mattina gli avvocati potranno prendere visione degli atti.

La notizia arriva all’indomani di quanto accaduto nell’ultima udienza (sono circa quaranta in due anni) che si è svolta nel Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone e nel corso della quale è stato sentito monsignor Alberto Perlasca (ex capoufficio amministrativo della Segreteria di Stato ai tempi dell’acquisto del famoso palazzo di Londra, quando sostituto era monsignor Angelo Becciu) e considerato teste chiave nel processo.

«A conclusione dell’esame di monsignor Perlasca in aula – hanno detto gli avvocati Fabio Viglione e Maria Antonietta Marzo – si è avuta la prova che quando il cardinale Becciu, nel luglio 2021, non appena conosciute le accuse, evocava oscure macchinazioni in suo danno, affermava la verità».

I legali del prelato di Pattada sottolineano che «Perlasca ha confessato di aver confezionato il memoriale d’accusa, poi consegnato ai magistrati e che diede avvio alle indagini a carico del cardinale, con l’aiuto di due signore Genoveffa Cifierri e Francesca Immacolata Chaouqui (ex componente della Commissione per la riforma economica della Santa Sede, implicata nello scandalo Vatileaks e condannata a 10 mesi con pena sospesa), una delle quali si faceva passare addirittura per anziano magistrato in grado di orientare le indagini (la Chaouqui, ndc)».

Viglione e Marzo mettono in evidenza che Perlasca, mosso da risentimento, «venne portato a credere, contrariamente al vero, che il cardinale aveva reso dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti, tanto da determinarlo a questa incredibile iniziativa, in danno della verità, della genuinità dell’indagine e dell’onorabilità di sua Eminenza. La forza della pubblica udienza e la consueta attenzione del Tribunale hanno permesso di far emergere l’esistenza di un quadro sconcertante di falsità e menzogne, talvolta davvero surreali, ai danni del cardinale Becciu, al solo fine di coinvolgerlo a tutti i costi nell’indagine».

Infine, le parole del cardinale Oscar Cantoni: «Dalla sua testimonianza – hanno concluso i legali del cardinale sardo – è emersa l’assoluta inesistenza dell’ipotesi di subornazione ai danni di monsignor Perlasca. Becciu, infatti, non chiese mai al confratello di intervenire e condizionare la sua testimonianza, ma si limitò soltanto a rappresentargli il proprio disagio, derivante dalle false accuse mosse da Perlasca, ampiamente riportate, in quel periodo, dagli organi di stampa».

Il pm Vaticano Alessandro Diddi ha aperto un nuovo fascicolo processuale legato al memoriale di Perlasca che almeno in parte sarebbe stato suggerito dall’esterno. E si tratta di un colpo di scena, perchè nel corso degli interrogatori Perlasca aveva sempre affermato di avere scritto autonomamente il memoriale, ora si scopre che non è così. Il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone ha respinto le richieste di sospensione e rinvio del processo delle difese. Le due donne - Cifierri e Chaouqui - verranno sentite in aula nella prossima udienza che è slittata al nuovo anno.


 

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