La Nuova Sardegna

Chiesa in lutto

Le dieci ore di papa Ratzinger nell’isola, tra bagni di folla e discorsi politici

di Mario Girau
Le dieci ore di papa Ratzinger nell’isola, tra bagni di folla e discorsi politici

Nel 2008 a Cagliari accolto da Berlusconi e Soru

02 gennaio 2023
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Cagliari Solamente dieci ore, ma dense di eventi e significati, quelle trascorse da Benedetto XVI nell’isola durante la sua visita pastorale-pellegrinaggio, il 7 settembre 2008, per celebrare il centesimo anniversario della proclamazione della Madonna di Bonaria patrona massima della Sardegna che il pontefice tedesco chiama, accompagnato dall’ovazione della folla, «Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore». Tre incontri – caratterizzati da quattro discorsi politico-programmatici non solo per Chiese locali e laici - con i fedeli durante la messa celebrata nel sagrato della basilica mariana davanti a oltre 100 mila persone; con sacerdoti, seminaristi e docenti della Pontificia Facoltà teologica della Sardegna nella cattedrale di Cagliari; con i giovani a chiusura del suoi blitz pastorale. Con qualche novità nel tradizionale cerimoniale delle visite italiane dei pontefici. All’aeroporto di Elmas il Papa è accolto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi anziché dal solito rappresentante del governo che si unisce alle autorità istituzionali locali, presidente della Regione (Renato Soru) e il sindaco (Emilio Floris). Un fuori programma, ovviamente non richiesto dalla Casa pontificia, letto in chiave politica in previsione delle elezioni regionali del 2009. Un’accoglienza che vale a Berlusconi e al sottosegretario Gianni Letta l’esplicito ringraziamento papale durante l’Angelus.

La politica non resta fuori neppure dall’omelia pronunciata durante la solenne messa celebrata, subito dopo l’arrivo nel sagrato della basilica di N.S. di Bonaria, quando il Papa – terzo pontefice in 38 anni a inginocchiarsi davanti al simulacro della Patrona massima dell’isola - chiede ai sardi di essere in grado, con l’aiuto della Madonna, «di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile». Veloci digressioni, ma significative, che il Papa si concede per poi rientrare nel “ seminato” preferito, cioè esaltare e rilanciare la religiosità dei sardi: «Lo spettacolo più bello che un popolo può offrire è senz’altro quello della propria fede. In questo momento io tocco con mano – dice Benedetto XVI – una commovente manifestazione della fede che vi anima, e di questo voglio esprimervi subito la mia ammirazione». In Sardegna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri «che qui – aggiunge il pontefice - hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini». Il popolo sardo si è così inserito nella «genealogia del Vangelo».

In questo modo «la fede si è sempre più radicata nel cuore dei fedeli fino a diventare cultura e produrre frutti di santità. Ignazio da Láconi, Nicola da Gésturi sono i santi in cui la Sardegna si riconosce. La martire Antonia Mesina, la contemplativa Gabriella Sagheddu e la suora della carità Giuseppina Nicóli sono l’espressione di una gioventù capace di perseguire grandi ideali. Fede, formazione e famiglia sono gli obiettivi che Benedetto XVI propone ai 20 mila giovani che per ore hanno atteso il suo arrivo in via Roma e Piazza Yenne. Un discorso aperto da un “particolare” saluto “politico” « al Presidente della Regione Sarda, on. Renato Soru, come pure a tutte le Autorità regionali, che con il loro generoso contributo e sostegno hanno permesso la riuscita di questa mia visita pastorale. Grazie, signor Presidente: i giovani qui presenti ricorderanno questo giorno, essi che sono il domani di questa terra, che lei con competenza amministra». L’attuale governatore Christian Solinas ricorda Ratzinger. «Resterà nella nostra storia, come una delle pagine più belle, la sua visita in Sardegna il 7 settembre 2008, la celebrazione a Bonaria, e quel meraviglioso incontro con i giovani della Sardegna ai quali ricordò i valori immortali della fede, della famiglia, della pace».

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