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Bonus Casa prorogato fino al 2025: ecco la guida alle detrazioni al 50%

di Salvatore Santoni
Bonus Casa prorogato fino al 2025: ecco la guida alle detrazioni al 50%

La “caduta” del Superbonus al 90% ridà appeal al vecchio sconto sulle tasse

09 gennaio 2023
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Sassari Il 2023 ha ufficialmente mandato in soffitta il Superbonus 110%, l’agevolazione per la riqualificazione degli immobili che, tra ingorghi burocratici e cantieri a singhiozzo, è stata croce e delizia di imprese e contribuenti. Da pochi giorni è in vigore una nuova versione, depotenziata al 90% e con requisiti più stringenti legati alla situazione reddituale dei potenziali beneficiari. Una novità che lo rende sicuramente meno accessibile rispetto al Superbonus originario. Chi non ha fatto in tempo a sfruttare i vantaggi del Superbonus ma non vuole rassegnarsi a pagare a prezzo pieno la ristrutturazione non può fare altro che ripiegare sul vecchio caro Bonus Casa, che vale “soltanto” il 50% di detrazioni ma ha procedure nettamente più snelle e rapide. La Manovra 2023 lo ha prorogato fino al 31 dicembre 2025.

Quali lavori? Il Bonus Casa si applica per tre macro tipologie di intervento: manutenzione ordinaria o straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. La lista in dettaglio è molto lunga, e comprende anche la realizzazione di posti auto pertinenziali, bonifica dall’amianto, e altro. Inoltre, è possibile usufruire delle detrazioni fiscali per trasformare una pertinenza in civile abitazione. E il Fisco consente di portare in detrazione anche le spese dei progettisti, le spese per eventuali tasse di occupazione di suolo pubblico per installare ponteggi, per esempio. In generale si possono detrarre tutti i costi legati ai lavori previsti nel progetto di ristrutturazione.

Massimo 96mila euro Ci sono sostanzialmente due limiti: i lavori possono interessare singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze. Ma si possono effettuare anche manutenzioni ordinarie sulle parti in comune di edifici residenziali, condominiali o meno. Il secondo limite riguarda la spesa massima ammissibile a beneficio: 96mila euro. Significa che il “cantiere” nella sua complessità dovrà costare massimo 96mila euro, per recuperarne 48mila in dieci rate annuali che rappresentano uno sconto sulle tasse da pagare anno per anno.

A chi è rivolto Il Fisco dice che possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’Irpef che siano proprietari oppure anche solo titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto di intervento. E quindi anche locatari e comodatari. In pratica gli unici che non possono godere del bonus sono i contribuenti sotto la soglia di povertà. Chi non è soggetto all’imposta sul reddito ha però altre possibilità, come cedere il credito o far detrarre le spese a un familiare convivente (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado). Non c’è nessuna particolare procedura da svolgere se non quella di dichiarare nel modello 730 la detrazione. In questo caso le autorizzazioni comunali rimangono in capo al proprietario dell’immobile, mentre la parte fiscale sarà curata dal familiare che sostiene le spese per la ristrutturazione.

Mobili e elettrodomestici Un’altra agevolazione strettamente legata alle ristrutturazioni edilizie nel senso più ampio del termine riguarda il Bonus mobili ed elettrodomestici. Sì, perché una casa rinnovata non è tale se non si riempie di arredi e grandi elettrodomestici nuovi di zecca. La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente. Il bonus vale sempre il 50% della spesa. La Manovra 2023 ha incrementato l’importo massimo a 8mila euro per l’anno 2023, lasciando invece a 5mila euro l’importo previsto per l’anno 2024. Tradotto: quest’anno lo sconto massimo è di 4mila euro, il prossimo di 2500. Occhio alle caratteristiche di classe energetica: non deve inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica di ogni prodotto. Da tenere presente che su mobili e gli elettrodomestici l’Iva è al 22%.

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