La Nuova Sardegna

Sanità

Salute mentale in Sardegna, poca assistenza e molta spesa

di Andrea Sini
Salute mentale in Sardegna, poca assistenza e molta spesa

La voce incide pesantemente rispetto al costo totale della sanità isolana. Ma si fanno poche diagnosi e anche la parte socio-riabilitativa risulta carente

13 marzo 2023
5 MINUTI DI LETTURA





Sassari Pochissima diagnostica, molte terapie, un vuoto cosmico sulle voci relative all’assistenza e cifre largamente insufficienti per quanto riguarda la parte socio-riabilitativa. Il tutto a fronte di un livello di spesa altissimo, ben al di sopra della media.

La salute mentale è il grande paradosso della sanità sarda: da un lato l’incidenza della spesa specifica rispetto al totale è altissima, nettamente la prima a livello nazionale; dall’altra, se si traducono le cifre in mera “politica sanitaria”, la sensazione è che in generale i pazienti ricevano molti farmaci e poca assistenza.

Lo studio Il Rapporto sulla salute mentale è stato curato a livello nazionale dal Sism per conto del ministero della Salute sulla base dei dati raccolti dal Sistema informativo sulla salute mentale. Il report è stato pubblicato nell’ottobre scorso, sulla base dei dati relativi al 2021. La rilevazione costituisce a livello nazionale la più ricca fonte di informazioni inerenti gli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza rivolta a persone adulte con problemi psichiatrici e alle loro famiglie.

La falla statistica Dal punto di vista della completezza della rilevazione, c’è da sottolineare che il nostro sistema sanitario è carente in diverse voci: la Sardegna, al pari della Calabria, è infatti l’unica regione a non aver fornito i dati relativi a tracciato anagrafica (identificativo cittadino valorizzato), tracciato dati di contatto (soggetti con identificativo cittadino valorizzato) e tracciato prestazioni (identificativo cittadino residenziale e semiresidenziale). Una falla che non compromette comunque la possibilità di avere un quadro abbastanza preciso.

Il primo approccio A livello territoriale, il Centro di Salute Mentale (Csm) è il centro di primo riferimento per i cittadini con disagio psichico, con il compito di coordinare tutti gli interventi di prevenzione, cura, e riabilitazione delle persone che presentano patologie psichiatriche. In Italia nel 2021 gli utenti assistiti con almeno un contatto sono stati 736.562 unità, pari 145,1 per 10.000 abitanti adulti. La Sardegna è in coda, con un dato pari a 111,4, inferiore solo a quello della Toscana (94,3) e lontanissima dalla Provincia di Bolzano (366,1). Le patologie più frequenti tra gli utenti psichiatrici assistiti nei servizi territoriali sono la depressione (32,5 per 10.000 abitanti a livello nazionale), la schizofrenia e le altre psicosi funzionali (31,7), le sindromi nevrotiche e somatoformi (19,7), la mania e i disturbi affettivi bipolari (12,4), e i disturbi della personalità e del comportamento (11,6).

Il caso Sardegna Nella nostra isola il numero di prestazioni erogate dai servizi territoriali sono state 280.961. Il dato in sé è poco significativo, dato che a livello nazionale si va di 50mila del Molise all’1,7 milioni della Lombardia. Ciò che salta agli occhi, però, per la Sardegna è il dato scorporato per quanto riguarda la tipologia di prestazioni erogate: il 90,5 per cento è infatti di tipo terapeutico (254.292), a fronte di una media nazionale del 71%. Per le prestazioni di tipo socio-riabilitativo la percentuale è pari a 7,6 (21.426, la media nazionale è del 17,3%), per quelle di tipo assistenziale l’1,5% (4.279, media nazionale 9,6%), per quelle diagnostiche non si arriva a quota mille (964) per un irrisorio 0,3% sul monte totale delle prestazioni erogate, a fronte di una media nazionale del 2,1%. Il quadro descrive una situazione fortemente squilibrata, dunque, con pochissima assistenza, ancor meno diagnostica, poca attività a livello socio-riabilitativo e quasi l’intero ammontare della spesa legata alla salute mentale alle “ingoiato” dalle terapie.

Gli altri indicatori Se si va a scavare nelle tabelle riportate nello rapporto, si scopre anche che la Sardegna spicca in alcune voci: se da un lato il numero di pazienti trattati con antidepressivi è tra i più bassi a livello nazionale (0,1 ogni mille abitanti), dall’altro quelli trattati con antipsicotici sono 24,3 ogni mille abitanti, un dato che colloca l’isola al primo posto in Italia. I posti in strutture psichiatriche residenziali sono sostanzialmente gli stessi che nel resto del Paese (5,2 ogni 100mila abitanti), mentre gli accessi in pronto soccorso sono un decimo rispetto alla media nazionale: appena uno ogni mille abitanti, contro un dato nazionale pari a 9,6. L’altra voce per la quale la Sardegna si discosta fortemente dalle altre regioni è quella relativa al costo pro-capite per l’assistenza psichiatrica territoriale e ospedaliera (102,7, contro 67,5)

Un’incidenza bassa L’incidenza, come spiegato dal ministero della Salute, è un indicatore chiave per comprendere l’accessibilità dei servizi di salute mentale. Essa è legata non solo alle risorse strutturali dei Dipartimenti di Salute Mentale, ma anche alla loro capacità attrattiva. L’incidenza trattata è relativa ai pazienti che hanno avuto per la prima volta in assoluto un contatto nell’anno con strutture psichiatriche, siano esse pubbliche o private. Nel 2021 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 289.871 unità di cui il 94,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 274.804 unità). La percentuale di nuovi utenti sul totale dei trattati è molto variabile territorialmente, e anche in questo caso la Sardegna si posiziona all’ultimo posto: l’isola si ferma a 24,1 nuovi utenti ogni 10.000 abitanti, meno della metà rispetto alla media nazionale (57,1), lontana anni luce dalla solita P.A. di Bolzano (131,9) ma anche dalle altre regioni del meridione: Sicilia 62,2, Puglia 69,5, Campania 68,7.

Costi elevati L’ultimo dato, il più significativo a livello pratico, arriva invece dal rapporto Siep (Società italiana di epidemiologia psichiatrica) datato 2020. A fronte di quanto evidenziato sinora, la Sardegna è in testa alla graduatoria nazionale dell’incidenza della spesa per la salute mentale sul totale della sanità: 4,6% contro il 3% della media e il 4% della Sicilia, seconda in graduatoria.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative