Erasmus, nessun posto è lontano se fa crescere
L'esperienza di due studenti che hanno scelto la Tunisia e la Spagna
Parliamo di Erasmus con Gianluca Pulino e Martina Altana che come tanti altri studenti di Architettura hanno fatto questa entusiasmante esperienza. La prima domanda è: perché e come è nata questa decisione?
(Gianluca Pulino) «Voglio fare una premessa sulla mia persona per capire bene la scelta: sono un tipo curioso che approfitta al 100 per cento delle possibilità chegli vengono date. Se non fosse stato per l'università, l'ateneo e i professori che si impegnano per garantire una buona formazione e la possibilità di viaggiare all'estero non sarei mai potuto partire di mia iniziativa. Detto questo, ho scelto di affrontare la mobilità Erasmus perché è il mio lavoro conoscere realtà diverse, diversi pensieri e modi di gestire il territorio. La mia è stata una scelta un po' particolare perché si trattava di una mobilità extra UE, avendo fatto anche in triennale la mobilità europea (Dortmund, città bellissima e possibile carriera professionale), mi son detto perché non provare fuori dall'Europa, andando a scegliere come meta la Tunisia (Nord Africa), quindi mi sono iscritto al bando e l'Universitè de Carthage ha accettato subito la mia richiesta. Ho studiato , poi mi son fermato anche per il tirocinio lavorando all'interno dell'università, viaggiato (ho visitato quasi tutta la Tunisia), vivevo a Carthage Amilcar la vecchia Cartagine, un posto magnifico pieno di rovine Romane.
(Martina Altana ) « Quando ho scelto di svolgere l’Erasmus in Spagna volevo mettermi alla prova confrontandomi con un ambiente di studio differente e con persone provenienti da diverse parti del mondo. All’estero mi sono trovata così bene che quando è giunto il momento di svolgere il tirocinio ho deciso di andare ancora più lontano: Messico!»
Quali sono stati gli aspetti migliori dell’esperienza?
(Gianluca) «Sicuramente l’opportunità di interfacciarmi con il mondo arabo senza aver provato disorientamento, aver imparato un’altra lingua e come sempre, non ultimi per meno importanza, essermi fatto degli amici».
(Martina) «Porto nel cuore la Spagna per il bellissimo gruppo di studenti Erasmus che ho incontrato, il Messico per la gentilezza dei messicani che mi hanno fatta sentire a casa fin dall’inizio e per il loro forte senso di appartenenza, che dimostrano con la passione che mettono nel farti conoscere le bellezze del loro Paese. Mangiare tutti i giorni comida mexicana, vedere le piramidi atzeche e maya, le balene nell’oceano Pacifico, sono solo alcune delle esperienze che ho avuto la possibilità di compiere».
Ci sono state delle difficoltà nel corso della tua esperienza e, se sì, quali?
(Gianluca) «L'unica difficoltà sono stati i documenti e i visti, ovviamente quando si va in un paese extra UE bisogna metterlo in conto. Per il resto sono una persona che si adatta molto facilmente».
(Martina) «Nel primo periodo, la lingua. Ma poi quando ho iniziato a parlare non mi sono fermata più».
Cosa ti ha portato questa esperienza?
(Gianluca) «Questa esperienza mi ha aperto molte porte, avendo fatto anche il tirocinio sono riuscito a collaborare con il Ministero dell'Ambiente e della salute, ho lavorato con alcuni enti che seguono ed operano sull'argomento della mia tesi, ma non vi vorrei annoiare con questo ».
(Martina) «Questa esperienza mi ha dato la consapevolezza di quanto sia utile potersi immergere completamente in una cultura locale diversa dalla propria, imparando in prima persona le tradizioni tipiche del luogo, e arricchendo così il mio bagaglio personale dal punto di vista umano. Dal punto di vista professionale, l’importanza di muoversi per apprendere, soprattutto nel campo dell’architettura».
Se dovessi dare un consiglio ad un/una collega riguardo ad una mobilità all'estero, cosa gli/le diresti?
(Gianluca) «Non innamorarti! Ovviamente scherzo: ognuno ha il proprio destino. L'unico consiglio che do alle persone che vogliono fare mobilità Erasmus è: partire da soli per conoscere se stessi. Vi giuro non l'ho presa da internet».
(Martina) «La nostra università ci dà l’opportunità di studiare in tutto il mondo. Il mio consiglio è: non abbiate paura di andare lontano!»