La Nuova Sardegna

Burocrazia lenta

Ristori col contagocce: aziende a rischio crac

di Roberto Petretto
Ristori col contagocce: aziende a rischio crac

L'amministrazione dai mille ritardi mette in pericolo le imprese. Si tratta di un mare di soldi: Fondo resisto, ristori per calamità, sovvenzioni all’agricoltura, ma solo di rado le risorse arrivano a destinazione con la necessaria tempestività

25 aprile 2023
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Sassari Il presidente Solinas lo ripete come un refrain, un ritornello che ritroviamo sempre uguale: «La Sardegna è la Regione che più di tutte ha immesso risorse». Per l’emergenza Covid, per la siccità, per le alluvioni, per combattere lo spopolamento. Erano 300 milioni un anno fa, poi ci sono state varie altre manovre e il rubinetto dei fondi pubblici ha continuato a distribuire. O, meglio, a stanziare. Perché tra le casse della Regione e i cittadini, le aziende, i professionisti si è frapposto spesso un nemico invisibile e temibilissimo: la burocrazia. Di queste risorse, quante ne sono arrivate effettivamente a destinazione?

Resistere «Difficile dirlo - ammette Francesco Porcu, direttore regionale di Cna -. I ritardi ci sono, li registriamo quotidianamente. Dalla Regione ci dicono che c’è bisogno di tempo. Il Fondo resisto ha interessato dipendenti e lavoratori autonomi, migliaia di aziende. È un processo che sta andando avanti, ma è complicato fare una stima attendibile».

Il Fondo resisto, dunque, nato nel 2020 per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia. Nell’aprile del 2022 il bilancio era questo: stanziati 182 milioni per grandi imprese, i lavoratori autonomi e il 70% delle micro, piccole e medie imprese che hanno partecipato al bando. Ad agosto la situazione era di 668 pagamenti su 7.452 destinati a lavoratori autonomi. Meglio le grandi imprese: a buon fine 3.661 pratiche per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro. Per le piccole medie imprese su 2.761 istanze accolte 1.758 sono state liquidate. Poi la situazione è migliorata. La Regione prevedeva di esaurire i pagamenti a ottobre dello scorso anno, ma stando a quanto riferiscono le associazioni di categoria ancora qualcosa manca all’appello.

Imprese artigiane Il fondo resisto non è però l’unico canale di sussidio per il tessuto produttivo isolano. Il settore dell’artigianato, ad esempio, conta molto sulla legge 949. «Lo sportello del vecchio finanziamento è stato chiuso - dice Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato - e ci sono ancora pratiche pregresse da liquidare. Per fortuna la legge è stata rifinanziata con altri 15 milioni. Ci è stato assicurato che a giungo lo sportello verrà riaperto». Ed ecco riaffiorare la sagoma dell’antico nemico: «Auspichiamo una maggiore celerità, sia per il pregresso che per le nuove misure - dice ancora Serra -. Il problema è che la politica può anche mettere a correre delle risorse, ma poi c’è la burocrazia che rischia di vanificare anche le buone iniziative».

Sanità Dall’agricoltura alle emergenze ambientali, dalle calamità alle epidemia, con risorse che vengono gestite da presidenza, assessorati, agenzie regionali, enti controllati. Con decine e decine di passaggi che dilatano i tempi a dismisura. Persino la Sanità accusa ritardi nell’erogazione dei fondi messi a disposizione. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha bacchettato le Regioni per la lentezza e i ritardi nella spendita dei soli dstinati all’abbattimento delle liste d’attesa: «Nel Milleproroghe abbiamo stanziato 380 milioni per tagliare le liste di attesa e lavoriamo ad una riforma del sistema. Fatemi dire che è inaccettabile che ci siano regioni che hanno già impegnato questi fondi e altre che restano invischiate in ritardi, lungaggini, giri di parole. Tutto ciò è inaccettabile». Dei fondi messi a disposizione 165 milioni, ovvero circa il 33%, non sono stati utilizzati o sono stati spesi per altro. La Sardegna è stata in grado di impegnare il 26% del budget disponibile.

Il mea culpa Negli altri servizi pubblicati in queste pagine parliamo di diversi settori in sofferenza per i ritardi nell’erogazione di aiuti e finanziamenti di vario tipo. Dalle calamità naturali all’agricoltura. Proprio nei campi si patiscono le situazioni più pesanti. Persino la Regione dichiara se non la resa, almeno la legittimità di tante proteste: «Ci impegniamo per un’erogazione più rapida dei fondi - ha detto di recente l’assessora regionale all’Agricoltura, incontrando le associazioni di categoria del mondo agricolo -. Una politica focalizzata sul cittadino non può ignorare la richiesta di aiuto di tutti lavoratori del comparto, che aspettano, da troppo tempo risposte concrete. Si tratta, infatti, di fondi indispensabili per l'andamento delle attività produttive».

L’incognita Pnrr Il piano che avrebbe dovuto (o dovrebbe, se si mantiene ancora una buona dose di ottimismo) cambiare il volto delle regioni italiane e consentire a quelle con maggiore ritardo (Sardegna in prima linea) di diventare più moderne e competitive, porta con sé ancora tante incognite. L’Italia è in ritardo: entro marzo avrebbe dovuto conseguire le 12 scadenze previste necessarie per lo sblocco dei fondi successivi. Secondo la fondazione Openpolis solo 3 scadenze sono “a buon punto”. Le altre 9 sono ancora in corso di sviluppo. La Commissione europea ha rinviato di 1 mese il termine per la verifica degli obiettivi fissati.
 

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