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Maltempo

Sassari, il clima impazzito affonda la Cavalcata: «Impossibile rinviarla ancora»

di Giovanni Bua
Sassari, il clima impazzito affonda la Cavalcata: «Impossibile rinviarla ancora»

La pioggia interrompe la sfilata dopo due ore, cancellate anche le pariglie. Il sindaco Nanni Campus: «Abbiamo fatto il massimo, se continua così andrà spostata»

05 giugno 2023
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Sassari Sono le 11.25 del mattino quando un rabbioso scroscio di pioggia, che continuerà a cadere abbondante fino alle 14, spazza via la Cavalcata Sarda. Che, mentre di fronte alle tribune passavano gli scatenati Thurpos, viene prima sospesa e poco dopo definitivamente chiusa. Niente sfilata delle 150 donne con tutti i costumi dell’Isola, che riparate sotto i portici hanno sperato fino all’ultimo in una piccola tregua. Niente “sorpresa”, con l’auto d’epoca, prima realizzata in Sardegna, che doveva idealmente unire passato e futuro, e passa veloce in piazza mentre la gente fugge via dalle transenne dove, fino ad allora, tra ombrelli aperti e indiscusso coraggio, si era comunque assiepata. E soprattutto niente cavalli, i veri protagonisti, che in città sono arrivati dai quattro angoli dell’Isola, ma non toccano l’asfalto, e nemmeno faranno le pariglie nell’ippodromo Pinna. Eppure bastava poco per portare a casa la “scommessa”, che comunque sarebbe stata una vittoria a metà. Nelle due ore scarse di manifestazione infatti i gruppi hanno sfilato quasi tutti, e in una trentina di minuti al massimo la manifestazione si sarebbe conclusa.

Ma l’impietosa pioggia ha deciso diversamente. E il direttore artistico Giuliano Marongiu, fino ad allora vulcanico nel partecipare fisicamente al passaggio di ogni gruppo, al passo di ogni ballo, a ogni nota o rullo di tamburi, ha annunciato: «La Cavalcata è sospesa. Lo facciamo per l’inestimabile valore dei costumi che sfilano e in segno di grande rispetto per i gruppi che comunque hanno deciso di partecipare».

«Non si poteva fare altrimenti – commenta il sindaco Nanni Campus, quasi prevenendo le polemiche che da lì a poco invaderanno il web –. La manifestazione non si poteva ulteriormente rinviare. Troppo complessa la macchina organizzativa, che coinvolge migliaia di persone, gruppi, lavoratori, merci. Troppo onerosa la logistica. Troppo incerto il tempo per scommettere di nuovo su un meteo che non sembra poter dare più certezze. Siamo riusciti a fare un bellissimo concerto sabato, a godere di due ore di manifestazione questa mattina. Poteva andare meglio ma sinceramente, con gli sfracelli che la pioggia sta facendo in questi giorni anche qui vicino, non mi sembra serio lamentarmi per quello che è successo oggi. È stata comunque un’edizione che ha mostrato quanto una direzione artistica professionale, come quella che abbiamo deciso di affidare a Giuliano Marongiu, possa cambiare. Ed è stata l’ennesima dimostrazione del carattere, della tempra e della tenacia di un popolo che dai quattro angoli della Sardegna questa mattina, nonostante il tempo, è arrivato. E ha deciso di sfilare. Dando spettacolo. Piuttosto, con questo tempo impazzito, un rinvio definitivo della manifestazione a settembre potrebbe essere una cosa su cui iniziare a ragionare».

Ed effettivamente il tocco di Marongiu ha fatto in tempo ad essere apprezzato. Ottima ed efficace l’idea di cambiare l’ordine dei gruppi, non più divisi per provincia ma in un’ordine alfabetico che ha mischiato colori, suoni, rimandi. Ottima l’idea di intervallare, ogni 8-9 gruppi, tamburini, maschere, momenti di spettacolo. Ottimo il ritmo, a volte anche eccessivo per la paura che la pioggia iniziasse rabbiosa, ma comunque incalzante e coinvolgente.

«Quello che a me ha commosso – spiega stremato il direttore artistico – è stato l’attaccamento dimostrato dai partecipanti. Il gruppo di donne che chiudeva la sfilata ha aspettato sotto i portici, sperando che la sospensione fosse momentanea. E, di mattina, hanno deciso loro di sfilare. Commovente è stato vedere la gente, che comunque è arrivata. E, sabato, gli ombrelli che si aprivano nella piazza piena per il concerto, che non impedivano agli applausi di scrosciare. Abbiamo avuto tutti la percezione che poteva essere un’edizione memorabile, rimane comunque uno spettacolo unico, un inno all’unità, alla storia, alla Sardegna. Io lavoro nel folclore, e questo ultimo mese è stato terribile, non conto nemmeno più gli eventi che sono stati cancellati. La Cavalcata, unica e irripetibile, ci doveva essere. E i canti e balli serali e le bancarelle piene la sera di ieri sono stati l’ennesima conferma di questo».

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