La Nuova Sardegna

L’intervista

Gavino Mariotti: «Quanto fango su di me, ho sempre agito alla luce del sole»

di Silvia Sanna
Gavino Mariotti: «Quanto fango su di me, ho sempre agito alla luce del sole»

Il Rettore dell’Università di Sassari e le ipotesi di aiuti dal gruppo criminale. «Conosco bene Crissantu, è un bravo ragazzo. Gli spuntini? Erano solo pranzi»

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Sassari Non ha ricevuto avvisi di garanzia e dice di non avere letto l’ordinanza del Gip Michele Contini, all’interno della quale 10 pagine sono riservate ai rapporti che i componenti dell’associazione criminale avrebbero avuto con lui. Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari in carica dal 25 novembre 2020, si dice «stupito e amareggiato per le notizie che stanno circolando, che gettano una pessima luce su di me e infangano l’immagine dell’Ateneo che mi onoro di guidare. Sono certo che tutto sarà chiarito, perché io non ho niente da nascondere».

Nella ricostruzione degli inquirenti, il rettore Mariotti è definito “tra le personalità della cultura risultate più vicine al sodalizio, o quantomeno ai componenti criminalmente qualificati del gruppo”. In particolare Tonino Crissantu e Nicolò Cossu “Cioccolato”, pregiudicati già condannati per sequestro di persona. Con loro, il rettore avrebbe partecipato a diversi “spuntini”, alcuni li avrebbe organizzati lui. Stando alle carte avrebbe goduto del loro appoggio in occasione delle elezioni alla guida dell’Università di Sassari. Appoggio che lui avrebbe ricambiato con una serie di favori. Mercoledì, in contemporanea con la maxi retata che ha portato all’arresto di 31 persone, i carabinieri del comando provinciale si sono presentati all’università di Sassari e sono andati via con alcuni faldoni.

Rettore Mariotti, secondo gli inquirenti lei ha rapporti con i componenti di una associazione a delinquere di stampo mafioso.
«Ma quando mai. Io conosco alcune delle persone coinvolte in questa inchiesta, ma delle loro presunte attività illecite non so niente. Se hanno sbagliato è giusto che paghino, ma io non c’entro nulla e non ho nulla da nascondere».

Il Gip scrive che alcuni elementi del gruppo avrebbero favorito la sua elezione a rettore.
«È una ipotesi fantasiosa e offensiva. Come l’avrebbero fatto? Contattando chi mi ha votato uno per uno? So che nelle carte è citato un primario che avrei nominato in cambio del suo appoggio. In realtà ne ho nominati dieci, in maniera assolutamente trasparente come facilmente emergerà dagli accertamenti».

Dalle carte risulta che lei ha partecipato ad alcuni “spuntini” dietro invito di Tonino Crissantu e Nicolò Cossu “Cioccolato”. È vero?
«Sarò stato invitato a due-tre spuntini nella zona di Orgosolo da Tonino Crissantu, non da Cossu che conosco meno».

Quali sono i suoi rapporti con loro?
«Premetto che agli spuntino ho partecipato insieme a molte altre persone, anche 80-100, soprattutto colleghi. Non ho mai fatto incontri conviviali riservati con Crissantu né con Cossu, con i quali i rapporti sono buoni, non stretti ma cordiali. Conosco la loro storia ma non ho mai affrontato questo argomento».

Come ha conosciuto Tonino Crissantu?

«Crissantu è stato un mio studente. Nel periodo di detenzione nel carcere di Alghero si era iscritto al Dipartimento di Scienze Umanistiche dove si è laureato. È stato uno studente modello. In quei tre anni e mezzo si è fatto apprezzare da me e dai suoi professori. Conoscevo il suo passato, ho avuto subito la sensazione che volesse lasciarselo alle spalle e ricominciare con una nuova vita nel solco della legalità».

Quando ha sentito Tonino Crissantu l’ultima volta?
«Una decina di giorni fa. Lui lavora alla Biblioteca del Consorzio a Nuoro, chiama spesso qui».

Nell’ordinanza si legge che nell’aprile del 2022 Crissantu l’ha chiamata per chiederle di chiudere la Biblioteca in un determinato giorno perché doveva andare a una festa di laurea. Come sono andate le cose?
«Confermo la telefonata, non ricordo se a me direttamente o alla segreteria. La data indicata era il sabato prima di Pasqua, dunque un giorno in cui la Biblioteca sarebbe dovuta essere chiusa. Ho chiamato il commissario del Consorzio e l’ho invitato ad allineare aperture e chiusure a quelle dell’Ateneo. Tutto qui».

Lo stesso Crissantu nel febbraio 2022 le chiese di intervenire per aiutare un detenuto, Gianni Piras, che doveva essere operato all’ospedale di Alghero. Secondo gli inquirenti lei fece in modo di accorciare i tempi d’attesa. È così?
«Ricordo questo episodio. Crissantu mi disse, molto preoccupato, che quel ragazzo stava male. Io chiamai il primario Giorgio Norcia e mi informai sulle sue condizioni. Il medico mi disse che sarebbe stato operato la settimana successiva perché aveva coliche biliari. Non ci fu alcun intervento d’urgenza perché evidentemente non era necessario».

La lettura del Gip è diversa: lei avrebbe fatto questi favori a Crissantu e a Cossu per ricambiare il loro impegno nella ricerca di voti per la sua elezione. In particolare, i due avrebbero convinto il professor Alessandro Palmerio Delitala a sostenerla.
«Tutto falso. Con il professor Delitala c’è un rapporto di amicizia e di stima, se ha votato per me lo ha fatto esclusivamente per questo».

Quali sono i suoi rapporti con l’ex assessora Gabriella Murgia e con il primario della Terapia del dolore Tomaso Cocco?
«Conosco entrambi, la Murgia meno. L’ho incontrata a Sassari in un paio di occasioni istituzionali, Cocco ha studiato a Sassari e l’ho incrociato a Cagliari circa 7-8 mesi fa. Ma non ho rapporti con loro».

Dalle carte risulta che con la Murgia e Cocco abbiate partecipato insieme a uno spuntino che si è svolto a Orgosolo nell’agosto del 2019 al quale erano presenti anche Crissantu e Cossu.
«Non ricordo, sono passati alcuni anni e come ho già detto gli spuntini erano molto partecipati. Io ero sempre in compagnia di amici e colleghi».

Ha pensato di dimettersi?
«Sì, proprio oggi ho rimesso il mio mandato nelle mani del Senato accademico. Ho convocato i direttori di Dipartimento e ho detto loro: decidete voi».

Che cosa le hanno risposto?
«Mi hanno inondato di affetto e solidarietà. Erano furiosi. Anche alcuni “avversari” mi hanno chiamato per manifestarmi vicinanza. È stato commovente».

Ma se potesse tornare indietro, eviterebbe di avere a che fare con personaggi dal passato ingombrante?
«Ripeto, io non ho fatto nulla di male. Ho sempre agito in maniera trasparente. Per me quel ragazzo (Crissantu ndr) si era redento. Se ha sbagliato ancora, mi dispiace».

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