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In Sardegna irrisorie le risorse per la continuità aerea e le manutenzioni stradali

In Sardegna irrisorie le risorse per la continuità aerea e le manutenzioni stradali

L'isola alle prese con i problemi di sempre

12 dicembre 2023
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Olbia Particolarmente attuale e sensibile il tema della continuità territoriale, con il contributo al dibattito offerto da Claudio Brenna, docente di economia e politica dei trasporti all’università Bocconi di Milano e Carlo Careddu, avvocato ed ex assessore regionale ai Trasporti. Quale modello di continuità territoriale realizzare e come finanziarla? Questo il tema centrale, con Brenna che ha sottolineato come «ogni anno un sardo paga 28 euro per consentire ai propri concittadini di volare con il sistema degli oneri di servizio pubblico della continuità territoriale». «C’è lo schema dell’aiuto sociale, come le Baleari e le Canarie, in cui i cittadini hanno un rimborso del 75% del prezzo del biglietto, senza un bando di gara, in cui le compagnie aeree sono potenzialmente tutte beneficiate e non c’è una selezione – ha spiegato Careddu – ma resta il problema che lo stato spagnolo garantisce quel tipo di continuità territoriale con 200 milioni di euro l’anno». Condizioni vantaggiose che si amplierebbero anche ai non residenti sulla base di una logica di mercato, ma che confligge con il fatto che la Sardegna paghi con il proprio bilancio la continuità territoriale e le risorse necessarie sono ingenti. «C’era un progetto serio al quale avevamo lavorato, con una continuità territoriale che dava risposte al diritto di mobilità e accessibilità per l’isola, la continuità aerea è la nostra alta velocità e dobbiamo garantire i sardi ma anche l’accessibilità alla Sardegna – ha detto Careddu –. Ci siamo scontrati con la rigidità dell’Unione europea, che ha imposto interpretazioni ferree, il nostro progetto, per fare un esempio, era stato biasimato perché prevedeva un sedile per passeggeri che viaggiassero per motivi di salute urgenti nel primo e ultimo volo della mattina e della sera». Continuità territoriale, energia, nuove tecnologie, regole europee, appalti, infrastrutture: elementi di un puzzle complesso al quale, per quanto riguarda la Sardegna, mancano alcune tessere.

Ci sono anche le infrastrutture con la manutenzione delle opere che conta su risorse irrisorie. Ne ha parlato Massimo Losa, docente dell’università di Pisa, consulente del gip del tribunale di Genova nel processo per il crollo del ponte Morandi. «Il problema delle manutenzioni è un nervo scoperto, perché è l’anello debole del sistema, si promuovono nuove infrastrutture e quello che è investito nella manutenzione delle infrastrutture esistenti è una cifra irrisoria, in Toscana si investono 3 euro a chilometro per le strade regionali, se pensiamo che il costo di una infrastruttura nuova è di circa 4 milioni e mezzo a chilometro, si capisce quanto poco venga investito sul patrimonio esistente – ha detto Losa –. Fare la manutenzione consente di conservare il patrimonio, poi ci sono altri fattori determinanti come quello della sicurezza stradale». Ma i trasporti di cui hanno parlato gli esperti chiamati a raccolta dal nostro giornale non sono soltanto quelli aerei e navali che consentono (o dovrebbero consentire) alla Sardegna di essere meno isolata. Ci sono anche quelli interni, spesso fermi a decenni fa, ci sono le prospettive e i problemi, le potenzialità e le sofferenze. Un lungo e apprezzato dibattito coordinato dalla giornalista Morena Pivetti, a cui hanno partecipato anche Francesco Bruzzone, ricercatore di pianificazione del trasporto al Politecnico di Torino e Italo Meloni, docente di pianificazione dei trasporti all'università di Cagliari.


 

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