La Nuova Sardegna

La tragedia

Reggio Emilia, studente sardo di 13 anni muore mentre sale le scale di scuola

di Ambra Prati
Reggio Emilia, studente sardo di 13 anni muore mentre sale le scale di scuola

La vittima è Riccardo Curreli: con la famiglia si era trasferito pochi mesi fa dalla Sardegna

08 gennaio 2024
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Reggio Emilia Doveva essere una giornata festosa di ritorno sui banchi scolastici. Invece la mattinata si è subito trasformata in un dramma imprevedibile: il malore sulle scale, il lunghissimo tentativo di rianimazione, la corsa all’ospedale, quando ormai era evidente che non c’era più nulla da fare. La tragedia ha avuto per teatro l’istituto comprensivo “Alessandro Manzoni” di via Emilia Santo Stefano, dove al momento dell’ingresso un ragazzo di tredici anni, Riccardo Curreli, ha accusato un malore risultato poi fatale.

Riccardo frequentava da poco la scuola media del centro storico: aveva iniziato lo scorso settembre, quando i genitori si sono trasferiti dalla Sardegna. Era figlio unico. Erano quasi le 8 e lo studente, che frequenta la classe terza E, era in leggero ritardo: si entra alle 7.55 dal cortile di via Franchetti e i suoi compagni erano già saliti in classe, perciò non hanno assistito a quanto accaduto. Il ragazzino, arrivato trafelato e ultimo della fila, ha appena fatto in tempo a salire i primi gradini al pianterreno quando all’improvviso si è accasciato.

A notare quel corpo riverso è stata una bidella, che ha subito avvisato la squadra di primo soccorso. Quest’ultima – che tra l’altro, per un destino beffardo, appena tre mesi fa era stata premiata per aver salvato un alunno – è una squadra appositamente formata per il primo soccorso sanitario: la composizione varia a seconda dei piani ma la responsabile è la vicepreside, Arianna Benedetti, che è subito accorsa e che insieme ad altri due docenti è intervenuta con le prime manovre di rianimazione, mentre veniva lanciato l’allarme al 118.

In pochi minuti sono arrivate prima l’automedica e poi un’ambulanza della Croce Rossa: il dottore e l’infermiera hanno preso in consegna ragazzo ed è iniziato un lunghissimo tentativo di defibrillazione, durato quasi cinquanta minuti contro i venti di prammatica. Nessuna reazione da parte del ragazzino: è rimasto incosciente ed esanime. I sanitari non si sono dati per vinti e hanno continuato il trattamento, tentando il tutto per tutto: finché il dottore ha consigliato di portare il paziente al pronto soccorso.

Secondo i protocolli i volontari della Cri hanno caricato il tredicenne e lo hanno trasportato a sirene spiegate al Santa Maria Nuova, dove è seguita un’altra corsa contro il tempo ed estremi tentativi di far riapparire i parametri vitali. Alle 9.30 la dirigente scolastica dell’istituto, Alessandra Landini, che nel frattempo aveva avvisato i genitori accompagnandoli di persona in ospedale, ha ricevuto una telefonata: a quell’ora è stato dichiarato il decesso del tredicenne. Si può solo lontanamente immaginare il dolore dei genitori di origini sarde, che poco prima lo avevano salutato, come d’abitudine, per poi recarsi al lavoro. Alla mamma e al papà, che hanno perso il loro unico figlio, è stata prospettata la possibilità di donare gli organi. Il corpo di Riccardo è stato composto nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle disposizioni del pm di turno, Isabella Chiesi, che dovrà decidere se far eseguire o meno l’autopsia. L a tragedia si è consumata mentre gli studenti seguivano le lezioni.

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