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Elezioni regionali 2024
Verso le elezioni

Enti e partecipate, la mappa del potere: 75 poltrone calde pronte per lo spoils system

di Roberto Petretto
Enti e partecipate, la mappa del potere: 75 poltrone calde pronte per lo spoils system

Chi vincerà le elezioni del 25 febbraio non deciderà solo su giunta e uffici di staff. Più di 70 realtà pubbliche in tutto o in parte si preparano all’ennesima ridistrubuzione dei posti di sottogoverno

15 gennaio 2024
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Sassari Il 25 febbraio dalle urne non usciranno solo un nuovo presidente della Regione e un nuovo consiglio regionale. Non si formeranno soltanto gli equilibri dai quali nascerà la futura giunta regionale: dalle urne uscirà anche una nuova mappa del potere politico in Sardegna che nei prossimi anni indirizzerà anche le scelte di una galassia di enti, agenzie, società e fondazioni nelle quali la Regione ha l’intero controllo oppure una partecipazione grande o piccola. Sono più di 70, all’incirca, e rappresentano il vero potere radicato nel territorio, perché comportano una distribuzione di posti di sottogoverno (alcuni lautamente retribuiti) e possibilità di manovra in assunzioni e gestione di posti di lavoro.

Ora l’attenzione è tutta rivolta ai nomi dei candidati alla presidenza, poi ci sarà il lavoro dei candidati consiglieri, la caccia al voto casa per casa, quindi la definizione dei nuovi rapporti di potere all’interno della maggioranza che sarà chiamata a governare. Solo dopo, con calma, senza la luce dei riflettori, avverrà la ripartizione dei posti. Ci sono in ballo poltrone ambite e prestigiose, sia per il peso che gli enti o le società in cui sono piazzate, sia (fatto non trascurabile) per il peso degli emolumenti che a quelle poltrone sono legati. Il presidente di Abbanoa, ad esempio, non percepisce emolumenti perché è in pensione. Un consigliere di amministrazione, però prende 40mila euro.

Va meglio al direttore dell’Arst, ma vuoi mettere le seccature? Per compensarle l’azienda paga quasi 117mila euro, sempre lordi, s’intende.

Il presidente del Cda della Sfirs percepisce 90mila euro, un consigliere 25mila.

Alla Carbosulcis le cose un tempo andavano meglio: il presidente del Cda prendeva qualcosa come 120mila euro. Da questa legislatura cifra più che dimezzata: “appena” 50mila euro, a cui però vanno sommate le “indennità di risultato”.

Indennità di risultato prevista anche per l’amministratore unico della Sardegna.it: si parte da una base di 120mila euro a cui possono aggiungersi (al massimo) altri i 36mila.

E non ci sono solo presidenze e direzioni, ma, ed esempio, c’è anche la guida dei collegi sindacali. Quello di Abbanoa, ancora a titolo di esempio, percepisce un compenso annuale lordo di 37mila 500 euro.

Insomma, se si moltiplica tutto questo per decine di poltrone, seggiole, sgabelli e strapuntini si ha la percezione di cosa ci sia in ballo al di là di un posto da assessore o da consigliere regionale.

Quanto costa alla Regione questo sistema di enti, società e fondazioni? Difficile fare stime precise. C’è di sicuro un tetto al compenso dei massimi vertici aziendali che è stato esteso a tutte le società direttamente o indirettamente controllate da pubbliche amministrazioni. Il limite massimo annuo dei compensi è stato fissato in 240.000 euro «al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali e degli oneri fiscali».

Nel fare un bilancio complessivo del peso economico, se si mette dentro anche la sanità ovviamente si ottiene una cifra mostruosa: quasi 4 miliardi, oltre il 40 per cento del bilancio regionale. Ma si tratta, in questo caso, di uno sforzo irrinunciabile. La galassia delle società partecipate invece andrebbe sfoltita e in parte lo è stata nel corso degli anni. Diverse sono le società in liquidazione (Bic Sardegna, Igea, Consorzio 3C Chilivani, Saremar, Insar, Marina di Porto Corallo, Gal Barbagia Mandrolisai, Ge.Se. Srl, Promin, Ottana sviluppo), ma resta pur sempre un parco di opzioni che saranno al centro delle attenzioni dei prossimi amministratori regionali.
 

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