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Personale, strutture e liste d’attesa: la sanità sarda cerca una via d’uscita

Personale, strutture e liste d’attesa: la sanità sarda cerca una via d’uscita

Settore in sofferenza: le proposte dei candidati

03 febbraio 2024
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Sassari Uno dei temi “caldi” della campagna elettorale è la sanità. E non potrebbe essere altrimenti visto quanto il tema interessi tutti i cittadini e quanto il livello dell’assistenza pubblico sia scaduto negli ultimi anni. Carenza di medici e in generale di personale sanitario, liste d’attesa scoraggianti, assistenza territoriale sempre più carente, viaggi della speranza che si moltiplicano, pazienti in difficoltà economica che rinunciano alle cure. Un quadro desolante all’interno del quale il personale fa quello che può con grande spirito di servizio.

I Lea «I princìpi fondanti del Servizio sanitario nazionale, universalità, uguaglianza, equità sono stati traditi», ha sentenziato la Fondazione Gimbe nell’ultimo rapporto sul servizio sanitario nazionale. Un indicatore attendibile è dato dai cosiddetti Lea, Livelli essenziali di assistenza, ovvero le «prestazioni e servizi che il Ssn è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di compartecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale». La Sardegna è sempre tra le regioni inadempienti e si colloca al terz’ultimo posto.

Liste d’attesa Le liste d’attesa ad alta priorità si sono accorciate e quelle per le prestazioni “differibili” e “programmabili” stanno peggiorando: lo dice la relazione per la verifica del rendiconto generale della Regione. Poco o nulla hanno inciso i provvedimenti, anche finanziari, varati dalla Regione per tentare di abbattere le liste d’attesa. Provvedimenti che si scontrano sempre col problema della carenza dei medici.

Strutture in affanno Carenza che si ripercuote innanzitutto sul sistema ospedaliero. Una riforma sanitaria ancora in itinere alla fine della legislatura non ha ridato efficienza alla rete: reparti che chiudono e riaprono a seconda della disponibilità di personale, pazienti spostati in altre strutture, pronto soccorso in perenne situazione di difficoltà. A parte di questi guai si è tentato di mettere una pezza con provvedimenti spot (non solo nell’isola) come i cosiddetti “medici a gettone”.

Sanità territoriale La carenza di medici di medicina generale ha portato centinaia di sardi a una situazione paradossale: non avere un’assistenza di base nel proprio paese. Oppure ha costretto tante persone a difficoltosi spostamenti da un centro all’altro. Situazione apparentemente senza uscita. Sinché persisterà la carenza di personale, si dovranno fare i conti con questo genere di problemi.

Costruire o no? In chiusura di legislatura la Gunta Solinas ha impresso un’apparente accelerazione a un progetto di cui si parlava da anni: la costruzione di nuovi ospedali. A parte le incognite legate a finanziamenti, individuazione delle aree e tempi di realizzazione, il tema è dibattuto: meglio sistemare l’esistente o meglio costruire nuove strutture? La palla passerà alla nuova amministrazione e non sarà un dibattito né breve né semplice, chiunque vinca.

Le riforme La riforma Solinas, che nelle intenzioni doveva avvicinare la sanità ai territori tornando a una moltiplicazione delle Aziende locali, non sembra essere riuscita nell’intento. Nei territorio, soprattutto nelle periferie e nelle zone interne, questa presenza non c’è. Nuovi correttivi sono necessari.

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