La Nuova Sardegna

La crisi idrica

Emergenza siccità, possibili tagli all’acqua potabile

di Claudio Zoccheddu
Emergenza siccità, possibili tagli all’acqua potabile

I consorzi di bonifica: «Mancano due dighe». Dovevano essere costruite nella Nurra e in Baronia

07 febbraio 2024
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Sassari La buona notizia è che tra qualche giorno potrebbe piovere. Quella cattiva è saranno precipitazioni talmente leggere da non cambiare di una virgola la situazione degli invasi dell’isola. L’emergenza, dunque, è destinata a durare. Lo sanno bene i responsabili dei consorzi di bonifica della Sardegna, soprattutto quelli che stanno già gestendo l’emergenza e quelli che invece dovranno farlo tra poco. Anche perché, la siccità ha già imposto il razionamento dell’acqua per l’agricoltura e, salvo improvvise inversioni di tendenza nel meteo, presto il razionamento potrebbe arrivare anche per l’acqua potabile.

Allarme nella Nurra Tra i territori più colpiti dalla siccità c’è sicuramente la Nurra, e quinti tutto il Sassarese. «Per il momento abbiamo a disposizione 40 milioni di metri cubi d’acqua in meno di un’annata normale e dobbiamo aspettare la decisione della Regione – spiega il direttore generale del Consorzio di bonifica della Nurra, Paolo Naccari –. Se verrà deciso che una parte dovrà essere destinata al potabile, dovremo metterla da parte. Se non dovesse piovere, per l’agricoltura rimarrà ben poco, diciamo 10 milioni di metri cubi invece dei 30 che venivano distribuiti».

Dunque, dovranno essere fatte scelte dolorose: «Ci sono diverse possibilità: una è ridurre le superfici richieste dagli agricoltori, oppure si può ridurre proporzionalmente le quantità richieste, oppure irrigare solo determinate zone, magari eliminando le colture idroesigenti. Infine, con una dotazione particolarmente bassa, si dovrà riservare l’acqua solo per il potabile. Deciderà la Regione».

Il problema di base, però, è sempre lo stesso: «Lo schema delle dighe pensato con il vecchio “Piano acqua” non è stato attuato completamente e ci manca una diga – continua Naccari –. Da anni chiediamo che venga realizzata. Con la diga di Padria, con 50milioni di metri cubi d’acqua, non ci sarebbero più problemi. E anche se costerà 70 o 80 milioni di euro, il nostro territorio risolverebbe tanti problemi».

Sos dalla Baronia Da questa parti non si è potuto attendere il parere della Regione: «Abbiamo preso l'iniziativa per salvaguardare l’acqua e abbiamo bloccato quella che dalla diga di Maccheronis avrebbe dovuto irrigare l’Alta Baronia. Ora garantiamo solo quella per gli allevamenti e per i paesi», spiga il presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, Ambrogio Guiso. I risultati si vedono: oggi a disposizione ci sono 3.870 milioni metri cubi, contro i 2, 6 di quando è stata sospesa l’erogazione a fini irrigui. Il futuro, però, è nero: «Dobbiamo affrontare la primavera e l’estate, quando arriveranno i turisti e dovremo dare acqua a 400mila persone.Per adesso, oltre alle chiusure, stiamo minimizzando gli sprechi e al momento abbiamo solo quattro “rotture” in corso. Se però non dovesse piovere, come faremo?».

A dire il vero, le risposata esiste già ed è stata addirittura messa nero su bianco circa 15 anni fa: «La diga di Abba Lughente – conferma Guiso – che ha un progetto approvato, gli scavi sono stati fatti, come i sondaggi e le linee di guida. Se finalmente si decidesse di procedere, una volta completati i lavori avremo un’autonomia di circa 4 anni perché arriveremo a circa 100 milioni di metri cubi di acqua invasata. Una quantità che che risolverebbe anche i problemi dell’agricoltura».

Per completare i lavori, sempre che si decida di farlo, servirebbe un decennio. Intanto, allo stato attuale, non ci sono molte alternative: «Il laghetto che serve Fonni e Orgosolo continua a sprecate acqua. Mi chiedo cosa pensino da quelle parti. Non si sono resi conto che siamo in una situazione di estreme emergenza?», domanda Guiso. E come tutte le emergenze, quando non restano più carte da giocare, si cerca l’intercessione dall’alto: «Se non dovesse cambiare nulla, che Dio ci assista», conclude il presidente del Consorzio della Sardegna centrale.

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