La Nuova Sardegna

Sanità malata

Cure essenziali, l’isola sprofonda: non è in grado di garantirle

di Salvatore Santoni
Cure essenziali, l’isola sprofonda: non è in grado di garantirle

Il report aggiornato presentato dal Ministero in audizione al Senato

21 febbraio 2024
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Sassari Il sistema sanitario dell’isola non è in grado di garantire le cure essenziali, salvo qualche exploit che però non compensa le criticità su vari (troppi) fronti. È questa la fotografia che emerge dal monitoraggio del ministero della Salute, presentato lo scorso 6 febbraio in audizione al Senato e che sembra segnare un peggioramento rispetto all’anno precedente.

Come funziona Per valutare la situazione sanitaria, i tecnici del ministero hanno stilato una serie di griglie sui livelli essenziali di assistenza (Lea) che prendono in considerazione diversi indicatori raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Ogni indicatore viene pesato e misurato in base ai valori “soglia” previsti nel sistema di misurazione, dando luogo a un punteggio finale. L’analisi è effettuata sulla base di una serie di 22 indicatori fondamentali e i valori inferiori a 60 punti sono considerati insufficienti.

Tra i peggiori d’Italia Nel nuovo sistema di garanzia i risultati – che sono ancora provvisori – registrati dall’isola sono deficitari su molti ma non tutti i fronti. Prima di tutto, c’è da dire che l’ultimo dato disponibile riguarda il 2022, dove l’isola finisce in “area grigia” – quella con punteggio insufficiente – in due macro indicatori: quelli relativi all’area prevenzione” e quella distrettuale, rispettivamente a 45,45 e 50,45 punti. Va meglio per l’area ospedaliera che, pur essendo tra i peggiori d’Italia, supera la sufficienza piazzandosi a 68,40 punti. Sebbene non sia un risultato di cui gioire, c’è da considerare anche la situazione precedente. Nel 2021, infatti, l’area ospedaliera era piazzata a 55,52 punti, ben al di sotto la sufficienza: c’è stato dunque un miglioramento. Stessa cosa non si può dire per l’area distrettuale, crollata dai 61,63 punti del 2021 fino ai 45,45 del 2022.

Livelli a picco Se si allarga l’orizzonte al periodo compreso tra 2017 e 2022, si può osservare l’andamento sui dati Lea da un punto di vista più ampio. Tra 2017 e 2018 l’unica area insufficiente era quella distrettuale. Mentre nel 2019 tutte e tre le macro aree hanno raggiunto la sufficienza, con quella ospedaliera che aveva raggiunto i 66,21 punti. Dal 2020, poi, è cominciata una picchiata generalizzata. In 4 anni (2019-2022) l’area prevenzione ha perso circa 33 punti, quella distrettuale 9. La nota positiva è che nel 2022 l’area ospedaliera ha registrato il picco più alto dal 2017. Nel documento compaiono anche dei dati riferiti all’equità geografica. Per quanto riguarda l’isola c’è una buona notizia per l’indicatore Istat sugli stili di vita, che si piazza al 34,54%, un valore sopra la soglia di sufficienza. Anche la percentuale dei pazienti over 65 con frattura del collo del femore operati entro due giorni in regime ordinario è sotto la sufficienza: sono il 36,7%, il secondo dato peggiore d’Italia dopo il Molise, la media italiana è del 61%.

Cesarei Non va meglio per la percentuale di parti cesarei primari effettuati in strutture con meno di mille parti l’anno: sono il 24,41%, troppi per raggiungere la sufficienza. Stesso discorso, e stessa insufficienza, per i cesarei primari in strutture con oltre mille parti l’anno: sono il 26,23%.

Screening Va meno bene per quanto riguarda l’indice che tiene conto della proporzione di persone (in età target) che hanno effettuato test di screening di primo livello in un programma organizzato per cervice uterina, mammella e colon-retto. Per quanto riguarda la cervice il valore raggiunge la sufficienza (30,90%) mentre per mammella e colon retto si ferma rispettivamente a 22,70 e 14,12%: valori entrambi insufficienti e tra i peggiori d’Italia. Il report fotografa anche i tempi di intervento dei mezzi di soccorso, che per l’isola non è positivo: si ferma a 25 minuti, la media italiana è a circa 20, come anche la soglia per raggiungere la soglia di sufficienza.

Cure palliative Nell’isola si muore di tumore, e in molti casi si muore anche male. Nel dossier è stato tracciato il numero di pazienti che muoiono per tumore assististi dalla rete delle cure palliative sono soltanto il 22,39% del totale di quelli morti per tumore: al di sotto della sufficienza e dieci punti sotto la media italiana.

I conti Per quanto riguarda i conti del sistema sanitario, nel documento compare una tabella sui risultati d’esercizio rapportata in percentuale al finanziamento effettivo per regione. L’isola nel 2022 ha registrato un deficit del -4,9%; nel 2021 -7,1%; nel 2020 -0,6%. Sono cifre che collocano l’isola nella classifica dei peggiori d’Italia dopo Molise, le province autonome di Trento e Bolzano e la Valle d’Aosta. Il confronto dei costi incrementali tra 2021 e 2019 somma a circa 276 milioni di euro, nello stesso periodo i finanziamenti incrementali sono stati del 315 milioni.

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