La Nuova Sardegna

Elezioni regionali 2024
Il voto

Affluenza in calo, alle urne soltanto il 52,4 per cento

di Umberto Aime
Affluenza in calo, alle urne soltanto il 52,4 per cento

Un punto in percentuale in meno rispetto al 2019. A Nuoro il record dei votanti, flessione a Cagliari

25 febbraio 2024
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Cagliari A mezzogiorno, più o meno, i sardi sapranno chi è il nuovo governatore. A quell’ora lo spoglio delle schede dovrebbe essere a buon punto e qualche proiezione sarà possibile. Nel frattempo, aspettando i risultati ufficiali, il temuto astensionismo a valanga è stato sconfitto. L’affluenza nei seggi è andata meglio di qualunque previsione, dimostrando un buon senso di democrazia e partecipazione. Alla chiusura dei seggi, alle 22 di domenica, ha votato oltre il 52,4 per cento degli aventi diritto: più di 758mila elettori su un milione e 447mila. È all’incirca, la stessa percentuale di cinque anni fa e anche se messa a confronto con il 2014. In assoluto questa di domenica si è chiusa con quello che ormai può essere considerata un numero standard di elettori, dopo l’exploit del 2004, allora superò il 71, e fu quella la prima l’elezione diretta del governatore.

I numeri È stata una domenica in crescendo in tutti i 377 Comuni, oltre 1800 le sezioni, e di conseguenza in ciascuna delle otto circoscrizioni elettorali. Alla prima rilevazione, intorno a mezzogiorno, s’è intuito che la clamorosa fuga dai seggi non ci sarebbe stata. Con il collegio di Nuoro davanti a tutti con un più tre per cento abbondante sul 2019, appena dietro il Medio Campidano e poi via vai tutti gli altri fino a Sassari e Cagliari, con valori sempre in crescita nel confronto con le ultime due elezioni regionali. Il trend in crescita è stato confermato anche dalla seconda rilevazione, alle 19, con quasi un punto (+0,8) davanti al voto complessivo del 2019, con Nuoro (+4,8) e Medio Campidano (+4,3) sempre in testa e con una discreta affluenza anche in Ogliastra, ad Oristano, Olbia-Tempio, Sassari e Cagliari. Alle 22 è arrivata la conferma definitiva: l’astensionismo, che era stato stimato addirittura intorno al 50-51 per cento, non ha rotto gli argini. La percentuale finale è stata del 52, la metà più qualcosa degli iscritti alle liste elettorali. Con un centinaio di Comuni su 377 oltre il 50 per cento di votanti e una decina oltre il 60, ma di contro con un calo complessivo nelle città. A Cagliari si è passati dal 59 al 55,3. Nel 2019, invece, quella regionale s’era assestata al 53,7 e al 52,3 nel 2014.

I quattro candidati La prima votare è stata Lucia Chessa (Sardigna R-esisto), alle 9.30, nell’unico seggio di Austis, 730 abitanti, dove in passato è stata sindaco. Poi, un’ora dopo, è stata la volta di Paolo Truzzu (centrodestra) e di Alessandra Todde (Campo largo-centrosinistra). Il primo ha votato a Cagliari, nel seggio 507, in una delle aule della scuola «Randaccio-Tuveri». Accompagnato dalla moglie, è stato velocissimo nel consegnare i documenti, ritirare scheda e matita, tirarsi dietro la tenda della cabina elettorale, votare, imbucare la scheda nell’urna, stringere la mano al presidente e agli scrutatori del seggio, per poi trasferirsi in fretta all’Unipol Arena, dove ha assistito a Cagliari-Napoli. Intorno alla stessa ora, a Nuoro, è stata la volta di Alessandra Todde. Con lei, la madre Cecia, che già aveva voluto sul palco della Fiera per l’evento di chiusura a Cagliari della campagna elettorale, e poi due nipoti arrivati da Milano in questi giorni. Il gruppetto familiare ha varcato l’ingresso delle scuole elementari «Podda», in via Matteotti. Dopo aver votato nel seggio numero 4, all’uscita ha detto: «L’importante è che gli elettori facciano valere il loro diritto di scegliere chi li governerà fino al 2029». Alle 11.30 è stata la volta di Renato Soru, candidato della Coalizione sarda. Ha votato a Cagliari, in uno dei seggi dell’Istituto tecnico, a ridosso della piazza dei Centomila, ai piedi della Basilica di Bonaria.
 

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