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Ep Produzione, nella termocentrale dove l’energia è a un passo dal futuro

Ep Produzione, nella termocentrale dove l’energia è a un passo dal futuro

Paolo Appeddu: «La termocentrale non è un contenitore chiuso, ma una scatola trasparente. Ragazzi, fate tutte le domande che volete»

29 marzo 2024
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Seduti composti e attenti nella grande sala dove sono stati accolti come ospiti di riguardo, poggiati sulle ginocchia il caschetto e gli occhiali di protezione che indosseranno durante la visita degli impianti, gli studenti della terza, quarta e quinta dell’Ipia di Alghero ieri hanno fatto una esperienza importante e si sono sentiti importanti. Alle dieci del mattino, davanti al grande autobus si è aperto il cancello della centrale termoelettrica di Fiume Santo, tra Sassari e Porto Torres.

L’incontro organizzato nell’ambito del progetto La Nuova@Scuola, di cui EP Produzione è partner dalla prima edizione del 2017, è stato una occasione speciale rispetto ai tanti che lo hanno preceduto. I ragazzi dell’Ipia di Alghero, che quest’anno sta approfittando con grande entusiasmo delle opportunità offerte dal progetto di incontrare i partner del mondo del lavoro, hanno varcato la soglia di un luogo dove la teoria diventa pratica. Ne è seguito un confronto (quasi) alla pari, tra giovani e adulti che non hanno certo la stessa esperienza ma parlano già l a stessa lingua. Merito anche di Paolino Schiaffino, vice direttore della termocentrale e in un certo senso sua memoria storica, che ha trovato le parole per spiegare concetti complessi. È stato bello vedere, attraverso le slide, il ciclo produttivo dell’energia che alimenta la Sardegna e la penisola.

Il vice direttore Schiaffino e i suoi collaboratori hanno poi mostrato – durante un tour in parte dei 153 ettari che compongono il territorio della centrale – il passato, il presente e il futuro della produzione di energia. Oltre a visitare la sala comando, una enorme plancia piena di luci dove dieci uomini si alternano al lavoro ventiquattr’ore su ventiquattro, gli studenti dell’Ipia di Alghero hanno avuto modo di visitare i due gruppi a carbone 3 e 4 (attualmente spento) che producono l’energia, ma hanno anche avuto l’occasione di vedere ciò che resta dei gruppi 1 e 2, dove sono in avanzata fase le bonifiche. E poi i giovani algheresi hanno avuto modo di vedere il futuro. Attraverso le slide, infatti, è apparso chiaro come sarà la centrale di Fiume Santo tra qualche anno, con la parte alimentata a gas e biomasse una volta che saranno completati i lavori per un miliardo di euro.

Gli studenti dell’Ipia di Alghero hanno ricevuto i saluti dell’ingegner Paolo Appeddu, che prima di affidarli alla esperienza e alla grande empatia di Paolino Schiaffino, ha esortato i ragazzi «a fare tutte le domande che volete». «La termocentrale – ha spiegato il direttore Paolo Appeddu – non è un contenitore chiuso, ma una scatola trasparente». E che queste parole corrispondono alla realtà, i ragazzi algheresi lo hanno capito durante una interessante visita guidata attraverso i cumuli di carbone, le gru a cucchiaio che lo prelevano e lo mettono sul nastro che lo trasporterà fino ai mastodontici e sofisticati impianti dove l’energia viene generata dal calore e senza emissioni inquinanti.

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