La Nuova Sardegna

L’appello

Sos medici di famiglia, Nicola Addis: «Restate nel pubblico, non fate come i calciatori»

di Luigi Soriga
Sos medici di famiglia, Nicola Addis: «Restate nel pubblico, non fate come i calciatori»

Il presidente dell’Ordine di Sassari chiede ai dottori di non lasciare l’Italia per inseguire solo i soldi

30 marzo 2024
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Sassari All’appello nell’isola mancano 544 medici di famiglia. Sul Buras è stato appena pubblicato il bando per l’assegnazione delle sedi vacanti, ma la partecipazione resta una grande incognita. Anche il presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Sassari è molto preoccupato: «Quanti medici saranno disposti a prendere servizio negli ambulatori chiusi? – si chiede Nicola Addis – parliamo una professione che ha perso molto appeal, e i segnali che arrivano non sono affatto positivi».

Il riferimento è al corso di formazione per medici di medicina generale. «Le borse di studio disponibili per gli specializzandi erano 84, un numero nemmeno sufficiente per coprire le esigenze del territorio. Ebbene, le richieste presentate sono state 64 e coloro che hanno accettato alla fine sono stati 43». Un pessimo presagio per una Regione già in emergenza che, nei prossimi 6 o 7 anni, perderà per pensionamento almeno la metà dei medici di base. Ma c’è dell’altro: «Ora non è detto che questi 43 medici proseguano nella scelta – sottolinea Addis – perché è molto probabile che molti di loro optino per le scuole di specializzazione. Tale prospettiva, per la sanità sarda, sarebbe un enorme problema».

Tutta colpa di un cortocircuito tra le linee ministeriali e le normative regionali. Sulla scia dell’emergenza dettata dalla pandemia, il ministero della Salute aveva deciso di impiegare gli specializzandi, equiparando l’attività svolta sul campo ai classici tirocini, quelli che prima del Covid si facevano negli ospedali. Invece le “linee guida per il funzionamento del corso di specializzazione” rilasciate dalla Regione tra il 31 gennaio e il 15 febbraio hanno cambiato le carte in tavola “tagliando” del 40% il monte orario accumulato durante il lavoro in ambulatorio e rendendo imprescindibile la partecipazione ai tirocini.

Gli specializzandi nel limbo sono quelli dei trienni 2022-2025 e 2023-2026. «Come presidente dell’Ordine, tutte le volte che ne ho l’occasione, mi rivolgo agli specializzandi e alle nuove generazioni. Lunedì scorso, ad esempio, c’erano le lauree e io ho fatto questa raccomandazione ai ragazzi: non fate come i calciatori, restate in Italia, non andate a Dubai per inseguire solamente i soldi. Ricordatevi sempre della vostra missione, scegliete il sistema sanitario nazionale, che non può più fare a meno di un ricambio. È un momento molto favorevole per la professione del medico, e dal primo momento in cui si indossa il camice, si è già abili e arruolati sul campo. C’è una tale carenza di medici di famiglia, che ricevo telefonate di sindaci di piccoli paesi ormai alla disperazione: chiedono aiuto per trovare qualcuno che prenda servizio nell’ambulatorio, ormai chiuso da mesi».

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