La Nuova Sardegna

Politica regionale

Al via la legislatura Todde, standing ovation in aula

di Umberto Aime
Al via la legislatura Todde, standing ovation in aula

Accolta tra gli applausi la prima donna governatrice dopo 76 anni. Comandini presidente dell’assemblea: votano per lui anche Psd’Az e Centro

09 aprile 2024
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Cagliari La colonna sonora è racchiusa in un applauso: lungo e partecipato, anche dalle opposizioni. Dall’emiciclo e dalle tribune, parte spontaneo, quando Alessandra Todde entra, in punta di piedi, nell’aula più luminosa del Consiglio regionale. Anche la foto di copertina, che passerà alla cronaca e alla storia della XVII legislatura, è per lei, prima donna presidente della Regione, dopo ben settantasei anni di Autonomia.

L’istantanea In un blazer total black elegante e sobrio, ma soprattutto identitario grazie a una gonna nera dalle mille pieghe, richiamo evidente alla tradizione, Alessandra Todde è in piedi da sola al centro dei banchi della Giunta. Emozionata? Molto. Senza avere ancora vicino gli assessori, che arriveranno di lì a poco, eccola ringraziare tutti con un leggero cenno del capo, poi portarsi la mano destra al cuore e commuoversi. Poi quando tutti, proprio tutti, le tributano anche un’inaspettata standing ovation, eccola emozionarsi ancora, col presidente pro tempore, il socialista Lorenzo Cozzolino, che ci metterà davvero un bel po’ prima di riuscire a far risedere i consiglieri e il pubblico delle grandi occasioni.

Il giuramento È una giornata importante, istituzionale per i 27 rieletti, più otto rientri, visto che hanno saltato qualche legislatura, e i 24 esordienti. Sono soprattutto loro, i nuovi, ad aver al seguito moglie, figli, parenti e amici. Perché il momento del giuramento («da oggi in poi opererò per il bene esclusivo dello Stato e della Regione») è solenne, imperdibile. «Come maggioranza e minoranza, dovremo essere capaci di volare alto. Auspico che, nei prossimi cinque anni, ciascuno di noi s’impegnerà con passione per far vivere meglio i sardi», dirà Piero Comandini del Pd, in un sartoriale abito nero cerimonia e soprattutto incapace di nascondere le lacrime. Allo scoccare della seconda ora, sarà lui a essere eletto, come si sapeva, presidente del Consiglio regionale. Alla terza votazione, nelle altre due il quorum era troppo alto, e a larga maggioranza. Con 42 voti, sei in più rispetto a quelli che gli avrebbe potuto assicurare il suo Campo largo. «A votarlo siamo stati anche noi di Sardegna al centro 20.Venti e qualcun altro delle opposizioni, perché chi dovrà essere una figura di garanzia deve capire sin dall’inizio quali sono le nostre aspettative», confermerà Antonello Peru, ora è lui il decano per numero di legislature: sono 4 consecutive. Gli altri voti sono arrivati dal Psd’Az, ha rivelato l’ex assessore Gianni Chessa.

L’andirivieni Dall’aula alla buvette è un via vai di persone. C’è aria di festa, ma anche gran confusione. Fino al punto che prima di lasciare il ruolo a Comandini, sempre Lorenzo Cozzolino, esuberante e ironico, riprenderà gran parte dei consiglieri: «È solo il primo giorno e qualcuno sta già rompendo. Non voglio vedere gente in piedi. State tutti seduti e composti». Nel solco di quanto ha già preteso nel discorso inaugurale: «Meritiamoci la fiducia di chi ci ha eletto. Riportiamo le persone al centro di questa che è la Casa della democrazia e della partecipazione, perché dobbiamo sentir forte il dovere di non deludere nessuno e recuperare soprattutto quella metà che a febbraio ha disertato i seggi».

Le consigliere e la Giunta  Quando a giurare sono stati anche gli assessori tecnici, sette, i cronisti si sono messi a fare altri conti, dopo aver saputo che la presidente avrebbe rinviato le dichiarazioni programmatiche ad altra data. Dieci sono le consigliere elette, sempre troppo poche, «ma daremo comunque battaglia», più cinque assessore, «lavoreremo dalla mattina alla sera». E si sa, lo dicono tutti, anche i maschi, che le più instancabili sono sempre proprio loro: le donne.

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