La Nuova Sardegna

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Truffe telematiche e raggiri on line: nel 2023 più di 320mila vittime

di Claudio Zoccheddu
Truffe telematiche e raggiri on line: nel 2023 più di 320mila vittime

Un sardo su cinque è caduto nelle trappole organizzate per sottrarre denaro. L’e-commerce è l’esca più diffusa: un giovane su 3 ha abboccato almeno una volta

12 maggio 2024
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Sassari Meglio non fidarsi. Anche se a volte è difficile perché la tecnologia ha un lato oscuro che i malviventi sono pronti a sfruttare per clonare voci, appropriarsi di numeri di telefono o allestire “semplici” truffe che partono del sistema degli acquisti on line. E, contrariamente a quanto possa sembrare, non sono solo gli anziani a cadere in tranelli informatici. Una buona percentuale di giovani sardi, infatti, ha ceduto alle avances dei truffatori multimediali, attratti come mosche dalle “irrinunciabili” offerte costruite sulle falle del commercio online. Insomma, per sfuggire agli emuli tecnologicamente evoluti dell’Antonio Peluffo interpretato da Totò nel mitico Totòtruffa 62, quello in cui vendeva la fontana di Trevi ad un turista americano, la carta d’identità non è sufficiente. L’indagine In Sardegna sono più di 320mila i cittadini che hanno subito almeno una truffa sul web, addirittura un giovane su 3 è caduto almeno una volta nelle trappole dello shopping online. Lo afferma “Consumerismo No Profit”, che segnala come i reati informatici siano in preoccupante aumento anche nell’isola. Un fenomeno da arginare nel minor tempo possibile contro il quale è stato approvato un emendamento al Ddl Cybersicurezza, firmato della deputata Letizia Giorgianni (Fdi), per introdurre il reato di truffa online nel nostro ordinamento. «Mentre altri tipi di crimini risultano in calo in Italia, gli illeciti commessi attraverso sistemi informatici appaiono in controtendenza e registrano incrementi a due cifre, +20% solo nel 2023 – spiega Consumerismo –. Si stima che in Sardegna un cittadino su 5 (circa il 21% dei residenti) abbia subito almeno una truffa online, e nella fascia di età 25-34 anni addirittura un giovane su 3 (il 33%) è caduto nelle trappole dell’e-commerce. Un fenomeno, quello delle truffe nel comparto delle vendite sul web, che genera perdite globali stimate in oltre 48 miliardi di dollari nel 2023».

Le truffe Impossibile metterli in fila tutti, i reati informatici sono tantissimi, in costante aggiornamento grazie alle novità tecnologiche (l’ultima è l’intelligenza artificiale) e in grado di colpire una platea vastissima. Tra quelli più diffusi in Italia, e in Sardegna, c’è un classico della materia come il furto di dati personali come password, codici bancari, numero di carte di credito, che colpisce il 17,8% dei cittadini, mentre il 14% circa ha subito il furto di identità. Illeciti costruiti per ottenere una sola cosa: sottrarre in maniera diretta o indiretta soldi alle vittime. «Non a caso, secondo le statistiche dell'Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti d'identità, nel primo semestre del 2023 i casi di utilizzo illecito di dati personali e finanziari altrui per rubare denaro e acquistare beni sono stati 17.100 (+10,8% rispetto al 2022) con un danno stimato di oltre 83 milioni (+14,2%)», aggiunge Consumerismo. Proprio per contrastare i reati informatici, l’emendamento al Ddl Cybersicurezza prevede aggravanti per chi commette reati attraverso siti e piattaforme informatiche, come la “confisca obbligatoria” degli strumenti informatici in possesso dell'autore della truffa (computer, telefonini, tablet), e il sequestro dei beni di proprietà dei truffatori, da utilizzare per risarcire le vittime dei reati. «La grande diffusione delle truffe online dipende dalla facilità con cui possono essere realizzate ma anche dalla estrema debolezza nella repressione penale di questa forma di criminalità – afferma la deputata Letizia Giorgianni –. Le norme attuali prevedono pene miti e non consentono l'applicazione di misure cautelari né confische per somme equivalenti a quelle oggetto della truffa. A questa situazione vogliamo porre rimedio prevedendo un’aggravante che aumenti la pena comminabile, disponendo il sequestro degli strumenti informatici utilizzati per realizzare la truffa, ed infine rendendo possibile il sequestro dei beni al reo per un importo pari all'ammontare delle somme truffate».

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