La Nuova Sardegna

Codice della strada

I dubbi delle associazioni e dei sindaci: «Autovelox salvavita indispensabili»

di Andrea Massidda
I dubbi delle associazioni e dei sindaci: «Autovelox salvavita indispensabili»

Il decreto voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: «I rilevatori di velocità sono un buon deterrente, così si rischia di limitarne l’efficacia»

28 maggio 2024
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Cagliari Una mano sul volante e l’altra sul telefonino per leggere o mandare messaggi sui social, poi curve a gomito tagliate come se la carreggiata fosse riservata a un solo senso di marcia, strisce pedonali totalmente ignorate, e ancora incroci pericolosissimi con lo stop allegramente bruciato. Ma soprattutto il pedale dell’acceleratore calcato oltre il limite del buonsenso. Nel giorno in cui il cosiddetto “Decreto autovelox” voluto fortemente dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale – con tutta una serie di limitazioni all’utilizzo dello strumento più efficace per garantire la sicurezza stradale – la Sardegna fa i conti con gli incidenti avvenuti sull’isola nel 2023: oltre 1.600, di cui 37 mortali e mille feriti soltanto lungo le Statali e le arterie extraurbane. Per non parlare di quelli altrettanto tremendi registrati all’interno dei centri abitati. Quasi un bollettino di guerra.

Eppure il decreto ufficializzato ieri proprio mentre la riforma del codice della strada – che non interviene sull’eccesso di velocità – è in Senato per la sua approvazione definitiva, parla chiaro. Almeno nei suoi punti principali, che a prima vista ridimensionano l’autonomia dei Comuni sulla materia, ignorano i benefici delle “zone trenta” e premiano implicitamente gli automobilisti senza molti scrupoli. Insomma, un provvedimento che a detta di molti rischia di far aumentare ancora di più gli incidenti stradali, oltre che vanificare in parte l’opera di prevenzione e di sensibilizzazione sull’argomento fatta anche nelle scuole dalle forze dell’ordine.

A essere scettica sul decreto è Giuseppina Cassaniti, presidente nazionale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, che recentemente su queste stesse pagine aveva commentato così: «Gli autovelox devono essere ben visibili, ma siamo contrari a segnalarne la presenza con preavviso: chi è alla guida deve sapere che la sua velocità può essere controllata in ogni momento e che i limiti vanno sempre rispettati». Le fa eco Massimo Figus, sino a poco tempo fa responsabile della stessa associazione per la zona di Oristano. «Gli abusi vanno sempre controllati – spiega –, ma gli autovelox rimangono il deterrente più efficace contro chi corre troppo».

A far discutere sono in particolare alcuni precetti contenuti nel decreto. Per esempio quello che prevede che la scelta dei tratti di strada sui quali collocare i dispositivi vada individuata con provvedimento del prefetto e selezionata in base a un elevato livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali. Nel provvedimento viene inoltre fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un autovelox e l’altro. Fuori dai centri abitati il segnale che impone il limite di velocità deve essere collocato almeno un chilometro prima dell’autovelox e la velocità massima individuata non deve essere inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quella massima generalizzata, «salvo specifiche e motivate deroghe». Inoltre, niente radar in città sotto i 50 chilometri orari.

A dire la sua è anche Luisa Murru, sindaca di Monastir, alle porte di Cagliari, dove da anni è installato un autovelox che fa tremare gli automobilisti. «Il nostro dispositivo ha sempre avuto l'autorizzazione della prefettura – dice –, quindi le novità non ci riguardano. Oltretutto, mi risulta che nelle strade statali come la 131 l'autorizzazione del prefetto fosse necessaria anche da prima. In ogni caso, da quando è in funzione il nostro autovelox, gli incidenti anche mortali in quel tratto di strada sono praticamente scesi a zero, quindi lo riteniamo un ottimo deterrente».

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