La Nuova Sardegna

Cittadinanza

Sassari, laboratorio San Donato: qui si parla di Ius Scholae a ricreazione

di Luca Fiori
Sassari, laboratorio San Donato: qui si parla di Ius Scholae a ricreazione

Gli studenti in prevalenza stranieri sognano la cittadinanza. Molti sono nati a Sassari: «Ci sentiamo sardi e italiani»

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari «Sono nato qui, sono sardo e italiano, perché non posso avere la cittadinanza come i miei compagni?».

Tra i banchi della scuola di San Donato, laboratorio culturale nel cuore multietnico di Sassari, il dibattito sullo “Ius scholae” è arrivato prima che in Parlamento. Ancora non conoscono il latino e non lo chiamano con il nome della riforma proposta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, ma poco importa, perché il tema è esattamente quello di cui si discute in questi giorni in aula e sui giornali. Ma qui si tratta della loro vita, del loro futuro e alla ricreazione, in palestra o in classe è un tema discusso da anni.

I giovani scolari dell’istituto comprensivo, da tempo in prima fila nel ricordare a tutti - dal quartiere più disagiato della città - che si può stare bene anche insieme, sanno benissimo che cosa significhi “cittadinanza”. «Lo hanno imparato mesi fa – racconta la dirigente scolastica Patrizia Mercuri che oggi è anche assessora comunale alle Politiche abitative – seguendo dei corsi di un progetto finanziato dal Rotary, tenuti in classe da giuristi e avvocati. Quella sulla loro condizione – aggiunge la dirigente – è stata la prima naturale domanda fatta agli esperti, dopo aver ascoltato con attenzione e analizzato i principi della Costituzione. Molti sono nati qui, qui studiano e fanno sport – spiega Patrizia Mercuri – è normale che si attendano di avere gli stessi diritti dei loro coetanei».

Travolta dallo spopolamento del centro storico, nell’ultimo decennio la scuola di San Donato è stata salvata per ben tre volte. Oggi è il cuore pulsante di un istituto comprensivo che conta in tutto tredici sedi. Nelle vicinanze ce n’è una che ha anche sposato il metodo Montessori. «Il centro storico non poteva perdere quello che è anche un controllo del territorio – puntualizza la dirigente Mercuri – il salvataggio è stato molto importante».

Oggi si contano 57 alunni stranieri che frequentano la Primaria e 39 l’Infanzia, in entrambi casi sono circa il cinquanta percento degli iscritti. I loro genitori arrivano prevalentemente dalla Nigeria e dal Senegal, ma anche dal Bangladesh, dal Pakistan e dalla Romania. Un bel mix – spiega la dirigente – ma la scuola lavora per superare i pregiudizi e trovare un equilibrio tra regole, usanze, tradizioni e aspettative dei nuclei familiari di provenienza». Quest’anno, oltre al solito sostegno di associazioni che lavorano nel sociale e ai laboratori di cinema e teatro, l’istituto di San Donato potrà contare su un progetto a livello nazionale che si chiama “Teach For Italy”, un programma che forma giovani docenti provenienti dai migliori contesti universitari italiani, selezionati sulla base di competenze strategiche valutate durante un processo di selezione riconosciuto a livello internazionale.

«Una nostra prima media di via Sebastiano Satta – spiega Patrizia Mercuri – nella quale ci sono diversi studenti di origine straniera, potrà usufruire della preziosa presenza di un docente formato appositamente per lavorare in contesti multiculturali come il nostro, che si dedicherà tra le altre cose all’organizzazione di incontri con i genitori. Qui da noi l’integrazione esiste veramente – conclude la dirigente – è la base del nostro lavoro quotidiano. I nostri bambini qui imparano a essere cittadini – conclude – ed è normale che crescendo chiedano di vedere riconosciuti i loro diritti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Le indagini

Inferno di fuoco in Sardegna, due arresti: trovati gli inneschi a Punta Molentis

di Ilenia Mura
Le nostre iniziative