La Nuova Sardegna

Cronaca

Sassari, entra in sala operatoria, minaccia la ex e picchia un oss

di Luigi Soriga
Sassari, entra in sala operatoria, minaccia la ex e picchia un oss

Ennesimo episodio di violenza contro i sanitari, denunciato un uomo. Il blitz giovedì alle Cliniche all’una di notte: in ospedale non c’era vigilanza armata

23 settembre 2024
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Sassari È andato dritto alle sale operatorie, senza alcun problema, nessuno che gli abbia chiesto chi fosse e cosa stesse cercando. I corridoi delle Cliniche, a quell’ora erano deserti. È quasi l’una di notte di giovedì 19, e un uomo dà una spinta alle porte di ingresso del blocco chirurgico. Sa che la sua ex compagna quel giorno è di turno, è alterato, forse ha bevuto, vuole affrontarla faccia a faccia. Un operatore socio sanitario, che si trovava all’interno della sala, gli va incontro. Gli chiede perché si trovi lì, e cosa gli sia saltato in mente. Quella infatti è una zona interdetta al pubblico. La risposta sono due schiaffoni in pieno viso, che per poco lo stendono. L’oss scappa, urla, e chiede aiuto. L’uomo infatti è piuttosto grosso, e non sente ragioni. Vuole parlare con la ex, grida, la chiama. Lei, terrorizzata, si barrica all’interno di uno stanzino e si chiude a chiave.

L’uomo, in escandescenze, prende a pugni gli armadietti, spacca il vetro delle luci di sicurezza, prende a calci ogni oggetto che gli capita a tiro. Ed è una fortuna, che in quel momento non ci fosse nessuno sotto i ferri. Un simile blitz, con una tale esplosione di violenza mentre era in corso un intervento chirurgico, chissà quali conseguenza avrebbe potuto avere.

Arrivano di corsa due guardie di portierato, ma non sono armate, e anche per loro è impossibile bloccare quell’uomo. Preferiscono avvisare le forze dell’ordine, perché avere uno scontro fisico con una persona di quella stazza, e così alterato, poteva essere molto pericoloso. Lo sfogo continua, con urla e minacce. Poi in un attimo di lucidità, decide di scappare, prima dell’arrivo dei carabinieri. Corre nei corridoi e fa perdere le tracce.

Per un po’ torna la calma. Tutti sono disorientati e scioccati. Nessuno si sarebbe mai immaginato che una zona così delicata come una sala operatoria, che dovrebbe rimanere blindata ad ogni presenza estranea, fosse invece così facilmente accessibile.

La donna finalmente esce dallo stanzino, è molto scossa. I colleghi cercano di tranquillizzarla. L’operatore sanitario, che ha subito l’aggressione e i colpi al volto, decide di sporgere denuncia.

Tutto sembra essere ritornato alla calma, ma alle 7 del mattino l’uomo compare nuovamente all’interno dei parcheggi delle cliniche. Tra le varie auto in sosta, ha individuato quella della compagna, e ha continuato a sfogarsi sulle fiancate. Ancora una volta vengono avvertiti i carabinieri, ma il tempo di arrivare in viale San Pietro, che l’uomo scompare. I militari raccolgono tutte le testimonianze da allegare alla denuncia.

Ciò che emerge è l’estrema vulnerabilità dei presìdi sanitari sotto il profilo della sicurezza. Sassari non fa eccezione. È un fenomeno allarmante che riguarda tutti gli ospedali d’Italia, e gli episi susseguono settimana dopo settimana. Le notizie delle botte ai medici e agli infermieri sono un bollettino di guerra: Genova, Torino, Napoli, Cesena, Treviso, e tre casi in tre giorni a Foggia. Queste le denunce negli ultimi due mesi.

Spesso è la rabbia e la frustrazione dei pazienti ad esplodere nei pronto soccorsi, perché la sanità non è più in grado di fornire risposte in tempi sostenibili. Ma altre volte, come nel caso di Sassari, c’è una enorme lacuna sul fronte della sicurezza. Appalti sul servizio guardiania sempre più al ribasso, con gli ospedali più sguarniti di guardie, soprattutto armate. Se le zone più sensibili come il pronto soccorso sono coperte da vigilanza, lo stesso non avviene per altri settori. Il blocco chirurgico, violato in questo modo, è una grave falla che andrebbe tamponata al più presto.


 

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