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Donald Trump vs Kamala Harris: ecco come voterebbero i politici sardi

di Andrea Sini
Donald Trump vs Kamala Harris: ecco come voterebbero i politici sardi

Gli esponenti dell’isola prendono posizione sul prossimo presidente degli Usa

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Sassari Si vota dall’altra parte dell’Atlantico, ma l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America ha da sempre forti riflessi anche sul Vecchio continente. In vista del voto, che entro domani determinerà il successore di Joe Biden, i politici sardi prendono posizione e giocano al “toto-presidenziali”. Non senza qualche sorpresa. «Ho vissuto in America per dieci anni, ho fatto campagna per Obama, voterei per Kamala Harris, farei campagna per Kamala Harris», aveva detto in tempi non sospetti Alessandra Todde: dal palco della Festa dell’Unità, a Reggio Emilia, a fine agosto si era espressa in maniera chiara a favore della candidata democratica.

Restando nell’orbita del Movimento 5 Stelle (il leader Giuseppe Conte ha scelto di non schierarsi), Desirè Manca, assessora regionale al Lavoro, prende a sua volta posizione a favore dell’attuale vicepresidente di Joe Biden. «Esprimere un giudizio netto su personalità di altri paesi non è mai facile, la percezione che abbiamo arriva da lontana ed è filtrata da occhi che non sono i nostri. Di Trump posso dire che lo abbiamo già visto all’opera, ma rimane scolpito bella memoria il suo appoggio a coloro i quali assaltarono il Campidoglio nel 2021 nel tentativo di ribaltare un voto democraticamente espresso. Kamala Harris la vedo, anche per il suo vissuto, essere parte attiva di una minoranza etnica, più vicina a posizioni progressiste, più vicina alle battaglie che si combattono anche nel nostro paese. Poi – aggiunge Desirè Manca – vorrei aggiungere che è una donna e come tale ha una visione del mondo diversa, la vedo come una candidata di rottura di vecchi schemi, la vedo come una portatrice di pace. Per queste ragioni voterei la Harris ad occhi chiusi».

Sul fronte Forza Italia, il segretario regionale Pietro Pittalis mostra di non gradire né un candidato né l’altro. «Mi convince poco la rappresentante democratica – dice – e ancora meno il candidato repubblicano. Sono espressione di due estremi e un moderato come fa davvero fatica a immedesimarmi in uno o nell’altro. È chiaro che si tratta di una partita tutta americana ma con riflessi importanti sullo scenario mondiale, e le dinamiche in atto destano qualche preoccupazione. Ripeto, mi viene davvero difficile riconoscermi in uno dei due, a entrambi riconosco doti di equilibrio non adeguate al ruolo e se avessi dovuto votare sarei stato in difficoltà. Avrei preferito un’espressione democratica moderata alla Barack Obama, o un repubblicano di altro stampo, come lo sono stati Ronald Reagan, Richard Nixon o George Bush, che hanno in qualche modo scritto la storia degli Stati Uniti e del mondo».

Si schiera con Donald Trump, ma in maniera decisamente prudente, Antonello “Sasso” Deidda , deputato cagliaritano di Fratelli d’Italia. «Da qua assistiamo con massimo rispetto alla competizione americana – spiega –, noi abbiamo sempre avuto rapporto privilegiato con il Partito repubblicano, questo al di là di Trump. Chiunque vinca, l’Italia sarà presente e continuerà ad avere un rapporto privilegiato con la più grande potenza del mondo, con l’obiettivo di portare avanti gli interessi dell’Italia e dell’Europa. Vedasi anche i rapporti leali avuti col democratico Biden». «Trump si autoproclamerà presidente a urne aperte – tuona Susanna Cherchi, deputata pentastellata –, un fatto di una violenza inauduta. Piuttosto che votare per lui voterei per un gatto....».

«Faccio senza dubbio tifo per Kamala Harris – spiega il deputato Dem Silvio Lai –, considero Trump un pericolo per la democrazia in tutto il mondo. Il pronostico comunque è complicato, possiamo solo sperare nelle donne e confidare nel fatto che accolgano l’appello fatto in questo periodo. Ora più che mai, la vittoria può essere donna».

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