La Nuova Sardegna

I numeri del settore

Boom dell’agroalimentare in Sardegna: 6mila imprese, ecco settori e marchi

di Andrea Sini
Boom dell’agroalimentare in Sardegna: 6mila imprese, ecco settori e marchi

Confartigianato Imprese: «Food economy trainata dall’alta qualità»

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Sassari Pasta, pane, dolci, formaggi, carne, frutta, pesce e bevande, freschi o conservati, che quotidianamente vengono prodotti, confezionati e spediti in Italia e nel resto del Mondo. E tra questi una quantità pari al 2,8% dei prodotti alimentari di qualità riconosciuti dall’Unione europea mediante i marchi Doc, Igp e Stg. L’agroalimentare sardo ha un peso sulla bilancia dell’economia isolana pari a 6 mila imprese e circa 46 mila addetti, con metà delle aziende che sono artigiane. I dettagli e le cifre dell’immenso “giacimento” della food economy isolana emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, nel dossier “Qualità, tradizione e sostenibilità dell’artigianato alimentare” ha rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e MIPAAF, su imprese e produzioni alimentari.

«Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – dice il presidente Giacomo Meloni – che sempre più risponde alle esigenze di una clientela che nel corso dei lustri ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari. È merito di questi “artigiani del cibo” se i nostri prodotti piacciono tanto anche all’estero, un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato».

Dal punto di vista qualitativo, sono 270 prodotti agroalimentari tradizionali, 9 eccellenze a marchio europeo DOP, IGP e STG, 5.783 imprese agroalimentari, di cui 2.916 artigiane, con 46.042 addetti, di cui 10.042 artigiani. Tra i marchi speciali riconosciuti a livello comunitario ci sono agnello di Sardegna, Carciofo Spinoso di Sardegna, Culurgionis d’Ogliastra, Fiore Sardo, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Olio di Sardegna, Zafferano di Sardegna e Sebadas. La ricchezza del territorio sardo si declina anche in ben 270 prodotti agroalimentari tradizionali (98 paste fresche e panetteria, 68 prodotti vegetali, 19 carni, 21 formaggi, 20 prodotti della gastronomia, 20 prodotti di origine animale, 15 pesci e molluschi, 7 bevande e distillati, 1 grassi e 1 condimenti), il 4,8% di tutto il patrimonio italiano, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo.

Sempre secondo il rapporto l’Isola ha registrato il più alto numero nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG: ben 15.440, il 19% del totale italiano, che operano tra vivai, aziende agricole, aziende zootecniche e che conferiscono le proprie le materie prime alle migliaia di piccole imprese. A livello territoriale 588 imprese artigiane operano a Cagliari con 2.188 dipendenti, 544 a Nuoro con 1.865 addetti, 271 a Oristano con 798 lavoratori, 879 a Sassari-Gallura con 3.089 dipendenti e 634 nel Sud Sardegna con 2.100 addetti.

«La genuinità delle specialità artigiane – sostiene Daniele Serra, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna –, caratteristiche tipiche della tradizione enogastronomica di Sardegna, fanno bene alla salute, mantengono in forma, fanno muovere l’economia e contribuiscono a mantenere alta la bandiera del food made in Sardegna nel mondo. I nostri artigiani del gusto utilizzano anche metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio: per questo, i prodotti e le imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di più».

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