La Nuova Sardegna

Vaticano

Papa Leone, dalla Chicago progressista un cardinale molto social

di Paolo Ardovino
Papa Leone, dalla Chicago progressista un cardinale molto social

Su X le critiche a JD Vance. Trump intanto sorride: «Non vedo l’ora di incontrarlo»

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Roma Il tempo dirà se sarà il Papa dei social. La cronologia rivela già quello che fino ai giorni scorsi è stato un cardinale (anche) da tastiera. E che tra i suoi post su X ne ha dedicato uno, a febbraio, per bacchettare il vice presidente degli Stati Uniti. Il 29 gennaio Vance dichiara in un’intervista che «esiste un concetto cristiano secondo cui si ama la propria famiglia, poi si ama il prossimo, poi si ama la propria comunità, poi si ama il proprio concittadino e poi si dà priorità al resto del mondo».

Prevost il 3 febbraio risponde sul social di Elon Musk con poche parole: «JD Vance si sbaglia: Gesù non ci chiede di fare una classifica nel nostro amore verso gli altri». L'ultimo clic è datato 15 aprile, ed è la ricondivisione di un post polemico sull’espulsione illegale di un residente statunitense con il link a un articolo dedicato all’immigrazione dal titolo «Questa prova è una Passione».

Intanto, dallo Studio Ovale, prima di prendere in mano il telefono e chiamare Zelensky, ieri il presidente americano Donald Trump ha gongolato: «Questo è un grande, un grande onore – così Trump ai giornalisti –. Che onore più grande potrebbe esserci? Siamo un po’ sorpresi, ma molto felici». Sul social Truth è andato oltre: «Non vedo l'ora d'incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo».

Un papa «anti-trumpiano» e un papa «di compromesso», le etichette in queste prime ore sono dicotomiche. Lo zampino di The Donald (che sui social con l’Ia si era anche vestito da papa) sembrerebbe piuttosto suggerito da una donazione nelle casse del Vaticano. Niente di confermato, ma voci di corridoio oltre Atlantico sostengono la teoria di un assegno da 14 milioni di dollari portati da Trump come omaggio quando si è recato a San Pietro per il funerale di papa Francesco. Versamento che avrebbe quindi influenzato e non poco i voti del conclave. Per ora dietrologie. Robert Francis Prevost è nato a Chicago – area per lungo tempo sotto l’ala del cattolicesimo progressista americano. Non si può dire che il neo papa abbia costruito la sua carriera ecclesiastica negli Stati Uniti però. Dai decenni in Perù agli ultimi anni a Roma: non era al centro delle dinamiche dell'episcopato a stelle e strisce. E forse questo aspetto, tra gli altri, ha giocato a suo favore. Descritto dagli ambienti cattolici Usa come moderato, ha saputo guadagnarsi qualche strizzata d'occhio dal fronte conservatore e da quello invece vicino alle riforme di Bergoglio. Lo stile sobrio e l’attenzione alla dottrina lo hanno risparmiato dalle critiche della frangia reazionaria americana che invece ha spesso puntato papa Francesco. Leone XIV è descritto come attento alle politiche migratorie e ambientali, terreno sensibile per Trump. Il passaggio del discorso iniziale che fa riferimento al costruire «ponti» sembra un preciso contraltare ai muri messicani di propaganda trumpiana.

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