Sardegna e Biella insieme nel pellegrinaggio di San Giovanni Battista d’Andorno
Il presidente del Circolo “Su Nuraghe” Battista Saiu: «Un momento intenso a suggello del legame tra le popolazioni della Bürsch e della nostra isola»
Biella «Abbiamo vissuto un momento di intensa spiritualità, unendo devozione e cultura delle radici, suggellando l’antico legame tra le popolazioni della Bürsch e quelle della terra di Sardegna». È Battista Saiu, presidente del Circolo culturale “Su Nuraghe”, a raccontare così l’esperienza del pellegrinaggio dei sardi del Biellese, nei giorni scorsi, nel santuario di San Giovanni Battista d’Andorno, nella Valle del Cervo.
Un’occasione per rinnovare ancora una volta un legame profondo e intenso. Un appuntamento tra fede, memoria storica e identità culturale, nato a partire dal Natale 1997, quando il canonico Giovanni Saino invitò la comunità sarda a cantare in limba la “Missa de Puddos”. A raccogliere quel testimone è oggi don Paolo Santacaterina.
Ad accompagnare la celebrazione di questo 2025, ci hanno pensato le “Voci di Su Nuraghe”, dirette da Roberto Perinu, con l’accompagnamento musicale di Valentina Foddanu. Prima della Messa, ha risuonato solenne l’Hymnu sardu nationale, l’antico inno del Regno di Sardegna, orgoglio identitario della comunità.
«L’incontro al santuario è molto più di una celebrazione religiosa» spiega Saiu. «È la riaffermazione di una storia comune, che affonda le sue radici nel 1720, quando i Duchi di Savoia, principi di Piemonte, divennero re dell’antico Regno di Sardegna».
«Questo vincolo si alimenta da secoli attraverso migrazioni, scambi e amicizie – scrive Eulalia Galanu nel resoconto pubblicato sul sito internet del Circolo “Su Nuraghe” –. Un legame rafforzato dal contributo degli oltre 63 impresari originari della Valle del Cervo che, negli ultimi tre secoli, hanno operato in Sardegna costruendo più di mille opere architettoniche. I loro nomi campeggiano nelle tabulae gratulatoriae esposte all’interno della chiesa, testimoniando una storia condivisa e radicata».