La Nuova Sardegna

Il progetto

La festa della Nuova@scuola: «Fare parte della redazione: esperienza che apre la mente»

di Paolo Ardovino
La festa della Nuova@scuola: «Fare parte della redazione: esperienza che apre la mente»

Dietro le quinte le voci di alcune partecipanti dell’iniziativa

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Sassari Nel corso della lunga mattinata di festa al teatro Verdi lunedì 26 maggio, sono state chiamate sul palco tutte le penne della Nuova@Scuola. La redazione al completo di studenti e studentesse di licei, istituti tecnici e professionali da tutta l’isola. Le penne ormai sono digitali, non hanno scritto prendendo appunti sul taccuino ma digitando i tasti del computer. I loro articoli sono stati pubblicati sulla Nuova cartacea e sul sito online. «Ho iniziato lo scorso anno, e ho chiesto di poterci essere anche per questa edizione – dice Francesca Fava, 17 anni, alunna al liceo Garibaldi della Maddalena –. È un’esperienza che mi ha aperto la mente». Al suo fianco, Emma Maddaluno, 17 anni, dalla stessa scuola, annuisce: «Sì, abbiamo potuto parlare di temi importanti. Per esempio la guerra, attraverso i conflitti che ci sono ora nel mondo, oppure ho avuto modo di scrivere dell’astensionismo. Un fenomeno che riguarda tutti ma soprattutto noi giovani. Ed è attuale ora più che mai, visto che tra poco ci sarà il referendum». Poi le due riflettono: «Ci informiamo soprattutto online e con il telegiornale», il giornale di carta è un oggetto con cui le nuove generazioni prendono confidenza in maniera timida. Francesca ed Enrica sorridono: «Ci piace, è vintage».

Durante la giornata conclusiva dell’ottava edizione dell’iniziativa tra Nuova Sardegna e istituti, studenti e studentesse hanno portato sul palco il loro talento. Sotto lo sguardo fiero della prof Maria Grazia Mannu, le ragazze dell’Ipia Pellegrini di Sassari hanno sfilato indossando i loro vestiti. Pensati, disegnati e confezionati da loro stesse. «Le ragazze dell’indirizzo di moda, in collaborazione con il corso serale, hanno deciso di presentare una collezione basata sul bianco, sul nero e sul grigio – commenta l’insegnante responsabile –. Hanno partecipato al progetto realizzando gli articoli e poi sono state intervistate dagli altri ragazzi». «Avevamo realizzato questi vestiti a inizio anno, per una sfilata a scuola», spiegano Alessia Bussu, 18 anni, e Sara Lizzeri, 20 anni, due sposine in antitesi, una coperta di nera e oro e l’altra di bianco. Ieri invece hanno sfilato per altre scuole. Tra le più applaudite dalla platea, Rossella Boette. Dal liceo artistico di Sassari, vestito e accessori rosso acceso, così come il rossetto, ha portato in scena una coreografia su luci soffuse, «un latin show sui balli latini americani», spiega. Rossella, non vedente dal 2018, di Ossi, parla di «grandissima emozione». In particolare per essersi esibita di fronte a un pubblico di giovani e giovanissimi come lei: «È bello coinvolgere gli studenti e le scuole tramite momenti come questi, con la musica e la danza». Il coinvolgimento ha avuto varie forme, anche con monologhi e messaggi di pace. La scritta “Free Palestine” mostrata alla conclusione dell’evento, e che ha trovato pieno consenso tra le poltroncine rosse del teatro, è stata solo un esempio di impegno e di coscienza critica che i giovani hanno dimostrato. Giovani preoccupati per il mondo che li circonda e per il futuro che li aspetta, ma carichi di passioni, di talento e di voglia di mettersi alla prova. Come ieri tra le quinte e il palco. Come nell’ultimo anno, tra le colonne del giornale per raccontare il mondo di oggi.

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