Unesco, “Domus de janas”: ecco la lista dei siti sardi riconosciuti patrimonio dell’umanità
Todde: «Un traguardo storico per la Sardegna e per l’Italia», Portas: «15 milioni ai Comuni per garantire messa in sicurezza e accessibilità»
Sassari Le domus de janas entrano a far parte del patrimonio dell’umanità. La decisione è stata ufficializzata oggi a Parigi, dove il Comitato Unesco ha decretato l’iscrizione delle “case delle fate” nella lista del Patrimonio mondiale. L’atteso verdetto del Comitato porta a compimento un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila.
«L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia – commenta la presidente della Regione Alessandra Todde –. Questo risultato è il frutto di un lavoro corale della Regione, del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Rappresentanza italiana presso l’Unesco, del Cesim e dei comuni sardi coinvolti. È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali».
«Il riconoscimento di Parigi arriva dopo la prestigiosa presentazione all'esposizione universale di Osaka, dove qualche settimana fa abbiamo potuto raccontare al mondo la nostra storia più antica – le parole dell’assessora regionale ai Beni culturali, Ilaria Portas –. Le domus de janas sono una testimonianza di valore inestimabile della Sardegna preistorica e devono essere valorizzate al massimo perché diventino un attrattore socioeconomico per l’intera isola. Con questo obiettivo il nostro Assessorato ha introdotto un finanziamento di 15 milioni che permetterà ai Comuni di realizzare interventi per garantire la messa in sicurezza, l’accessibilità e la piena fruibilità dei siti riconosciuti dall’Unesco».
Le domus de janas, termine che in sardo significa “case delle fate”, sono tombe preistoriche ricavate nella roccia. Si tratta di manufatti che risalgono al Neolitico e all'Età del Rame e testimoniano una delle epoche più interessanti della antica civiltà sarda. Se ne contano circa 3500, distribuite in tutta l'isola con particolare concentrazione nel centro-nord. Una parte, esattamente 210, sono decorate con simboli di credenze e pratiche rituali e rappresentano una testimonianza unica della civiltà prenuragica sarda.
Il riconoscimento dell’UNESCO riguarda in particolare i monumenti ricompresi nel sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le domus de janas".
I siti archeologici e naturalistici inseriti nel progetto approvato dall’UNESCO sono:
1. Necropoli di Anghelu Ruju (Comune di Alghero)
2. Necropoli di Puttu Codinu (Comune di Villanova Monteleone)
3. Necropoli di Monte Siseri / S’Incantu (Comune di Putifigari)
4. Necropoli di Mesu e Montes (Comune di Ossi)
5. Necropoli di Su Crucifissu Mannu (Comune di Porto Torres)
6. Domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (Comune di Sennori)
7. Domus de janas della Roccia dell’Elefante (Comune di Castelsardo)
8. Parco dei Petroglifi (Comune di Cheremule)
9. Necropoli di Sant’Andrea Priu (Comune di Bonorva)
10. Necropoli di Sa Pala Larga (Comune di Bonorva)
11. Necropoli di Los Forrighesos (Comune di Anela)
12. Necropoli di Ispiluncas (Comune di Sedilo)
13. Necropoli di Mandras / Mrandas (Comune di Ardauli)
14. Necropoli di Brodu (Comune di Oniferi)
15. Necropoli di Istevene (Comune di Mamoiada)
16. Parco Archeologico di Pranu Mutteddu (Comune di Goni)
17. Necropoli di Montessu (Comune di Villaperuccio)