La Nuova Sardegna

Sassari La Sardegna si è affermata come la “serra” italiana della cannabis. Con un clima ideale e un proliferare di coltivazioni, l’isola detiene un primato incontestabile: 640 chili di droga sequestrati ogni 100mila abitanti, a fronte di una media nazionale di 131 chili. Un dato che la conferma la regione con il più alto sequestro pro capite d’Italia, superando di cinque volte il valore medio.

Il motivo è semplice: la marijuana in Sardegna non viene importata, ma coltivata. Nel 2024, su oltre 154mila piante di cannabis sequestrate in Italia, la gran parte proveniva da tre regioni: Calabria, Puglia e, appunto, Sardegna.

La cannabis domina la scena criminale, rappresentando il 79% di tutte le sostanze sequestrate nel 2024. La sola marijuana costituisce il 49% del totale, seguita da hashish e infiorescenze. Consapevoli della portata del fenomeno, le forze dell’ordine hanno intensificato le retate, con 21.299 operazioni antidroga (+3,5% sul 2023), di cui quasi 10mila dedicate alla cannabis (+10%). Tuttavia, si registra un paradosso: all’aumento dei controlli corrisponde un calo dei sequestri in chili: -36% per l’hashish e -29% per la marijuana.

Segno che la produzione è diventata più nascosta, diffusa e artigianale. Questo “triangolo verde” – Sardegna, Calabria e Puglia – è il cuore della coltivazione illegale. Nel contrasto alla marijuana sono state intercettate 29 tonnellate di droga, il 60% delle quali tra Sud e Isole. I sequestri non includono solo droga pronta, ma anche semi, serre hi-tech e impianti sofisticati, evidenziando una produzione locale e consolidata. Le forze di polizia moltiplicano gli sforzi, scoprendo depositi, droni con Gps e serre automatizzate. Eppure, le quantità sequestrate calano, mentre la disponibilità di droga non accenna a diminuire. Il divario è lampante: ai 131 chili di droga sequestrati ogni 100mila abitanti in Italia, la Sardegna ne oppone quasi 640.