La Nuova Sardegna

L’intervista

Un pezzo di Sardegna in Florida: tutti pazzi per fregula e maialetto

di Stefania Puorro
Un pezzo di Sardegna in Florida: tutti pazzi per fregula e maialetto

Lo chef Andrea Fadda di Sant’Anna Arresi alla guida del ristorante Zona Blu a Weston. Al suo fianco Deborah e Sheila Marras, figlie di emigrati di Uri e Pattada

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C’è tanta Sardegna a Weston, in Florida. La si riconosce dalla fregula che profuma di mare, dai culurgiones fatti a mano, dal maialetto croccante, dalle seadas dorate e soprattutto da quei celebri spaghetti con vongole e bottarga che fanno guidare non solo da Miami, ma anche per centinaia di chilometri pur di sedersi davanti a un piatto di pasta. È la Sardegna che lo chef Andrea Fadda – 53 anni, sardo di Sant’Anna Arresi – ha portato negli Stati Uniti e messo al centro di Zona Blu, un ristorante diventato un piccolo ambasciatore dell’isola nel cuore della Florida. «Questi sapori li porto dentro da sempre – racconta –, sono la mia infanzia, le mie radici, la mia storia». Questa storia, però, non è fatta solo da lui. Prende davvero forma quando Andrea incontra Deborah Marras Bautista e Sheila Marras David, figlie di Liliana Ledda – originaria di Bantine, frazione di Pattada, e cresciuta a Sassari – e di Giovanni Marras di Uri, emigrati negli Stati Uniti nel 1967. La famiglia visse prima in Michigan, dove si erano trasferiti i parenti di Liliana, poi in Florida, attratta da un clima che ricordava loro casa. «Sì, la Sardegna per noi è sempre stata casa, anche vivendo negli Stati Uniti – spiegano – . Ogni estate tornavamo dai parenti, nei paesi, nelle cucine piene di profumi. Ciò che siamo oggi, nasce lì. Quelle estati meravigliose hanno radicato l’identità sarda nel nostro cuore e sono state alla base della scelta, insieme ad Andrea, di aprire un ristorante sardo e condividere la cucina e le tradizioni dell’isola. Siamo immensamente grate per il sostegno che la comunità ha dato a Zona Blu negli ultimi dieci anni».

L’incontro con Andrea avviene nel suo ristorante Pappa e Ciccia, a South Beach. «Deborah e Sheila mi hanno detto: “Apriamo qualcosa insieme a Weston” – ricorda Andrea – portiamo lì la nostra terra, vedrai che andrà bene. All’inizio pensavo fossero matte… poi ho capito che avevano ragione loro». «Volevamo un luogo che parlasse la lingua della Sardegna – aggiungono le sorelle Marras – , ma in modo contemporaneo e internazionale». Ed è così che progettano il marchio, le campagne, i materiali, trasformando Zona Blu in un’identità riconoscibile, elegante, centrata sulle radici. Anche il nome nasce dalla loro intuizione.

«Il nome Zona Blu richiama la longevità sarda resa nota da uno studio del National Geographic e le straordinarie acque azzurre dell’isola, considerate “le prime vere Blue Zones”». Il resto del racconto è il viaggio di Andrea. «Sono cresciuto tra i profumi della cucina di mia madre. Lei voleva che studiassi, sperava che facessi l’ingegnere… io invece bruciavo padelle. Ma mi ha sempre detto: “L’importante è che tu sia felice”».

Poi gli anni nelle stagioni italiane, il lavoro nei resort di lusso con la compagnia Vacanze, dieci anni tra Maldive, Zanzibar, Caraibi e Cuba, dove conosce Kirenia, la donna che diventerà sua moglie. «Ogni volta rivoluzionavo tutto – sorride – ma è il mio modo di stare al mondo». Poi Capo Verde, il ritorno in Sardegna per far nascere Javier (a Ozieri), la decisione di trasferirsi in America, i primi locali a Miami, l’esperienza all’hotel Pelican di Renzo Rosso: «Lì ho capito che cosa conta veramente per gli americani: non solo il cibo, ma il servizio, la cura, la costanza». Quando nel 2014 nasce Zona Blu, l’obiettivo è stato subito chiarissimo: portare la Sardegna autentica in Florida.

«Non volevo adattarmi ai gusti americani – dice Andrea – . Volevo che fossero loro ad assaggiare la mia terra». E così è. Nel locale arrivano formaggi dei Fratelli Pinna, bottarga, ricci, pane carasau, gnocchetti e fregola dall’isola; culurgiones fatti a mano da una ragazza di Lanusei; vini sardi da Argiolas a Capichera. Poi ci sono la fregula, il polpo alla griglia, gli gnocchetti campidanesi, il soufflé al pecorino con carciofi e bottarga e il piatto che più lo lega alla sua memoria: l’agnello con i carciofi. «Quello è il mio cuore – dice –. È la mia infanzia nel piatto, mia madre era maestra nel prepararlo».

Su grandi schermi del locale scorrono immagini della Sardegna 24 ore su 24: mare, pietre, feste, paesi. Il risultato è sorprendente: molte famiglie, dopo aver mangiato lì, decidono di visitare l’isola. «Hanno scoperto la Sardegna qui – aggiunge Andrea –. E poi se ne sono innamorati». Le sorelle lo confermano: «Molti clienti, dopo aver assaggiato i piatti e ascoltato le storie dell’isola, hanno deciso di raggiungere la Sardegna. E spesso tornano con un amore ancora più grande per la sua bellezza, la sua cultura e la sua cucina». Nel frattempo Zona Blu è diventato molto più di un ristorante: è un punto di riferimento per la comunità italiana e sarda del sud della Florida. «Qui passano sardi che lavorano negli yacht di Fort Lauderdale, italiani della contea di Broward, americani curiosi. È diventato un posto di famiglia», aggiunge lo chef. Oggi Zona Blu ospita anche il Cagliari Club Miami Scetty, guidato da Pietro Porcella (giornalista e insegnante cagliaritano) con Andrea vicepresidente. «Il Cagliari unisce sempre, anche dall’altra parte del mondo». Al suo fianco ci sono sempre la moglie Kirenia e i figli Javier e Daniel. «Quando hanno scoperto, facendo il test del Dna, di essere al cinquanta per cento sardi, erano orgogliosissimi – racconta Andrea –. E ogni anno li porto un mese in Sardegna: devono sentirla casa. Perché lo è». E mentre gli spaghetti con vongole e bottarga continuano a richiamare clienti da tutta la Florida e, a volte, anche da altri stati, Andrea resta prima di tutto uno chef innamorato della sua terra. «La Sardegna non l’ho mai lasciata davvero. L’ho solo portata con me, ovunque. E ogni volta che preparo il mio agnello con i carciofi sento quel filo invisibile che, da Sant’Anna Arresi alle Maldive, fino a Weston, non si è mai spezzato».

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