La Nuova Sardegna

Il caso

Rwm, niente ok della giunta Todde all’ampliamento. Confindustria Sardegna: «Così si mina la credibilità dell’isola»

Rwm, niente ok della giunta Todde all’ampliamento. Confindustria Sardegna: «Così si mina la credibilità dell’isola»

Duro attacco dei presidenti Maurizio de Pascale e Antonello Argiolas

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Cagliari Il mancato via libera in giunta della Regione entro i termini fissati dal Tar sull’autorizzazione ex post di valutazione di impatto ambientale relativa all’ampliamento di Rwm, la fabbrica delle bombe di Domusnovas, scatena una feroce critica di Confindustria Sardegna Meridionale e Confindustria Sardegna.  Le due associazioni di categoria contestano «con sorpresa e rammarico, la decisione della presidente della Regione Sardegna. La mancata assunzione di una decisione della Giunta regionale, che era tra l’altro una presa d’atto su una rigorosa procedura di Valutazione durata oltre 30 mesi, costituisce un fatto gravissimo sotto il profilo istituzionale e amministrativo. Non rispettare un procedimento amministrativo, con un termine imposto anche dal Tar, significa esporre deliberatamente la Regione al commissariamento e scaricare sulle imprese, sui lavoratori e sui territori il prezzo di una paralisi decisionale che non è più tollerabile».

«Così si mina la credibilità dell’Isola»

«Ancora una volta la Sardegna viene percepita come una Regione incapace di garantire certezze, tempi e affidabilità per chi vuole investire e fare impresa. Un messaggio preoccupante per il sistema produttivo, che mina la credibilità dell’Isola agli occhi degli investitori nazionali e internazionali e compromette qualsiasi seria prospettiva di sviluppo industriale e occupazionale di comparti, tra l’altro, che in altre regioni d’Italia occupano decine di migliaia di lavoratori. La vicenda Rwm non può essere ridotta a una disputa ideologica o politica: qui è in gioco il rispetto delle regole, il ruolo delle istituzioni e la tutela di un sistema industriale e produttivo di cui la Sardegna non può prescindere. Questo fatto rischia di essere l’ulteriore evidenza che fare impresa in Sardegna è impossibile: sussistono incertezze economiche e normative in tema di energia, registriamo costi di trasporto merci via mare insostenibili a causa dell’Ets e, come per la Rwm, la certezza e le tempistiche autorizzative per gli investimenti sono troppo spesso sottoposte a valutazioni ideologiche anziché, come deve essere, a valutazioni normative e di legge.

«La Regione deve governare i processi, non subirli»

«Siamo di fronte a un segnale estremamente preoccupante per tutte le imprese sarde – afferma il presidente di Confindustria Sardegna Meridionale, Antonello Argiolas – Una Regione che, non rispettando i termini fissati da procedimenti amministrativi già conclusi e rinunciando a decidere, trasmette un messaggio di inaffidabilità. In questo modo si mettono a rischio posti di lavoro, investimenti e la tenuta stessa del tessuto produttivo». Sulla stessa linea il presidente di Confindustria Sardegna, Maurizio de Pascale, che sottolinea la responsabilità politica dell’inerzia istituzionale: «Non assumere una decisione, soprattutto quando doveva essere una mera presa d’atto su procedure già concluse e investimenti già realizzati e autorizzati, equivale a sottrarsi alle proprie responsabilità rifugiandosi nell’inerzia amministrativa. La Regione deve governare i processi, non subirli. L’incertezza amministrativa è il peggior nemico dello sviluppo economico e oggi a pagarne il prezzo rischia di essere l’intera Sardegna».

Confindustria Sardegna Meridionale ringrazia poi il Ministro delle Imprese Adolfo Urso «per aver dato immediata disponibilità a supportare, a livello di Governo nazionale, il rispetto del diritto di una impresa a dare operatività ad investimenti già realizzati e da tempo autorizzati. Per Confindustria Sardegna Meridionale e Confindustria Sardegna il tema non è entrare nel merito ideologico del progetto, ma pretendere il rispetto delle regole e delle scadenze. Senza una pubblica amministrazione capace di assumersi la responsabilità delle decisioni, la Sardegna continuerà a pagare un prezzo altissimo in termini di sviluppo, occupazione e competitività a vantaggio di altre regioni italiane ed europee che si sono da tempo già candidate ad accogliere con estremo favore e pronte agevolazioni questi rilevanti investimenti». 

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