Ancora uno stop della Consulta, Sanità: bocciata la legge sui commissari Asl
I direttori generali rimossi il 27 aprile dalla Giunta potrebbero ritornare alla guida delle aziende ospedaliere
Cagliari Un terremoto, peraltro atteso e da alcuni anche previsto nei dettagli, sta sconquassando la politica sarda. La sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato due articoli della legge di riforma del sistema sanitario, votata dal Consiglio lo scorso 11 marzo, segna un prima e un dopo di questa legislatura. I giudici della Consulta ieri 23 dicembre hanno depositato l’atto con il quale cancellano l’intero articolo della legge sarda che fa decadere i vecchi direttori generali delle Asl e procede ai commissariamenti. L’abolizione dell’articolo 14 rende illegittime le nomine dei commissari, della Regione.
Se la sentenza venisse pubblicata nella Gazzetta ufficiale, i direttori giubilati il 27 aprile, con una semplice comunicazione alla Regione, potrebbero chiedere il loro reintegro nell’ufficio precedentemente occupato. Qualcuno si prepara a farlo, altri aspetteranno il da farsi. La sentenza della Corte non poteva essere inattesa, visto che nel dispositivo i giudici ricordano che da venti anni vi è una giurisprudenza omogenea nel «rispettare i principi di buon andamento e continuità amministrativa», limitando lo spoils system, cioè quella pratica che prevedeva la sostituzione di dirigenti non apicali al cambio della guida politica delle amministrazioni locali.
La Corte aggiunge, in sostanza, che il commissariamento è possibile solo se non vi sono direttori generali in carica o se vi sono riforme profonde, come il passaggio da una Asl a molteplici Asl. Tutto ciò non è avvenuto per la Sardegna, che si è vista bocciare senza appello il vero cuore, politico, della legge cosiddetta di riforma del sistema sanitario. La notizia della bocciatura della legge sarda è stata resa nota mentre era in corso una giunta regionale, in sola modalità online. La presidente Todde era addirittura in auto, e per chi ha partecipato alla riunione è rimasta colpita e abbattuta dalla notizia, cercando poi motivi per risollevarsi. Non sarà facile, perchè questa bocciatura non è come le altre, bensì incide sui gangli del potere politico del sistema regionale: il governo e il controllo del sistema sanitario, sul quale, non a caso, la presidente ha annunciato, al tempo della cacciata di Bartolazzi, di «metterci la faccia, perché sulla sanità si misurerà il cambiamento e il buon governo di questa legislatura e della maggioranza che la guida». Adesso si entra in una terreno incerto. Non a caso il commento, al di là delle frasi di circostanza del M5S, degli altri partiti di maggioranza, si racchiude in un rumorosissimo silenzio. Nessuno si esprime, sia perchè le ricadute giuridiche di questa sentenza sono ancora tutte da valutare nei dettagli, sia perchè in questi giorni erano in corso le trattative per le nomine dei direttori generali delle Asl, proprio in sostituzione dei commissari. Sino a ieri pomeriggio si poteva registrare uno stallo tra le posizioni della Todde e quelle del Pd. La presidente era per mantenere come direttori i commissari di Asl 8, Aou Cagliari e Brotzu, “concedendo” al Pd, i direttori di Oristano, Nuoro, Gallura, Ogliastra e Medio Campidano, e forse anche della Aou di Sassari, lasciando Paolo Tauro alla Asl 1. Casella intoccabile perchè sostenuta dall’assessora al lavoro Desirè Manca, contro la quale la presidente, più di tanto non può andare. Questo schema, se riproposto, non verrà accettato dal Pd, che punta a guidare Sassari e Cagliari, magari anche con l’ex manager della Asl di Nuoro Paolo Cannas, che gode di consensi trasversali. Già l’intesa era in salita, con la bocciatura dei commissari tutto si complica. Per Natale il Campo Largo avrà bisogno di un forte antiacido, e non per ragioni culinarie.
