La Nuova Sardegna

Sassari

Cestini, un patrimonio in estinzione

di Donatella Sini
Cestini, un patrimonio in estinzione

A Castelsardo l’allarme di Cna e Comune dopo una due giorni dedicata all’arte dell’intreccio minacciata dalle contraffazioni

23 marzo 2013
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CASTELSARDO. “Salviamo la cestineria dall’estinzione” è questo il grido d’allarme che giunge dalla Confederazione Nazionale Artigianato e da alcuni Comuni della Sardegna, Castelsardo e Villasimius in testa. L’appello è stato lanciato nei giorni scorsi, in occasione di un’iniziativa che ha visto protagoniste le cestinaie castellanesi e quelle di Villasimius, grazie alle rispettive amministrazioni comunali , al Cna di Cagliari, di Sassari e all’Unione Cna Artistico e Tradizionale. Le artigiane dei due paesi si sono incontrate nella città dei Doria e confrontate in una due giorni di lavoro comune, scambio di esperienze e arricchimento reciproco ma che ha posto in luce il momento delicato che vive il settore dell’intrecciatura sarda. Sono poche e isolate infatti le iniziative che cercano di contrastare la scomparsa della tradizione ma l’amministrazione comunale di Villasimius, da anni, con il sostegno della Cna di Cagliari, organizza dei corsi di cestineria che consentono alla tradizione e all’arte di sopravvivere a dispetto di quanto accade nel mercato. Anche a Castelsardo si opera nella stessa direzione per cercare di non perdere l'abilità ed il prestigio acquisito nei secoli dalle artigiane locali. L’amministrazione locale promuove infatti frequenti laboratori, per permettere alle nuove generazioni di acquisire la manualità necessaria per produrre i tradizionali “paneri” di artigianato sardo. All’interno della fortezza medievale dei Doria è inoltre ospitato l’unico Museo dell’Intreccio Mediterraneo presente in Europa, che espone prodotti intrecciati, realizzati a mano con fibre vegetali, provenienti dalle differenti regione geografiche dell’isola ed impiegati sia nella vita domestica che nei differenti usi della pesca e dell'agricoltura. Il polo museale registra, ogni anno, circa centomila visitatori paganti a cui vanno aggiunti i numerosi che possono godere della struttura usufruendo dell’ingresso gratuito. La cestineria isolana, pur vantando una tradizione lunghissima e radicata nei secoli, si sta comunque irrimediabilmente avviando verso l’estinzione. Le imprese iscritte all’albo sono pochissime e le donne, e i pochi uomini, ancora dediti all’intrecciatura, diminuiscono continuamente. Questa preziosa arte che per secoli ha contribuito in maniera determinante all’integrazione dei redditi delle famiglie, prevalentemente nei comuni a vocazione agricola, e in special modo a Castelsardo, non viene più tramandata, come accadeva un tempo. Una pressione fiscale insostenibile, un mercato divenuto sempre più ristretto e minato dalle contraffazioni e dai prodotti stranieri, venduti per sardi, sta mettendo a serio repentaglio una produzione in crisi da decenni. L’età media degli artigiani e delle cestinaie è particolarmente elevata, ed il problema del mancato ricambio generazionale, decretano un’estinzione del mestiere quasi certa. I tempi di lavorazione e l’impegno necessario per realizzare un canestro, una borsa o un qualsivoglia oggetto di questa tipologia, infatti, non sempre sono remunerati in maniera sufficiente con un conseguente abbandono della produzione. Lo scarso interesse delle istituzioni preposte alla salvaguardia, promozione e tutela ha fatto il resto e il risultato è che il settore è quasi scomparso. Si sta definitivamente perdendo un patrimonio inestimabile che rimarrà solo nelle testimonianze tramandate e negli oggetti, rimasti a futura memoria, destinati a diventare rari pezzi di antiquariato.

Si tratta di vere e proprie opere d’arte che vengono conservate gelosamente nelle case da parte di chi ha avuto la fortuna di ereditarle e nei musei che ospitano collezioni anriche di secoli.

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