Sices, è ancora vertenza Caldaie verso il Messico
PORTO TORRES. Continua il blocco dei lavori delle maestranze Sices anche dopo la comunicazione della Direzione risorse umane dell’azienda, dalla sede madre di Lonate Ceppino, che conferma la...
PORTO TORRES. Continua il blocco dei lavori delle maestranze Sices anche dopo la comunicazione della Direzione risorse umane dell’azienda, dalla sede madre di Lonate Ceppino, che conferma la disponibilità ad effettuare un incontro nella sede sassarese di Confindustria (24 maggio) per valutare la situazione del carico impianti dell’officina di Porto Torres. «La commessa dei 19 manufatti - scrive Ferdinando Lignano - incide marginalmente sul carico impianti stesso». La disponibilità della dirigenza presuppone però la revoca dello stato di agitazione, perchè perdurando il blocco la minaccia del gruppo Sices è quella di non partecipare ad alcun incontro.
L’assemblea dei lavoratori e la Rsu ha deciso all’unanimità di rispedire al mittente la diffida aziendale, chiedendo invece un incontro fra la Rsu e la rappresentanza del Cda Sices, al fine di gestire in maniera ottimale i lavori attualmente in essere. «Non accettiamo incontri con l’attuale dirigenza - hanno risposto le maestranze -, che sta alterando in maniera palese la realtà produttiva di Porto Torres, non rispettando gli accordi presi». Con molto buonsenso, comunque, ieri una squadra addetta alla movimentazione ha eseguito tutte le attività che hanno permesso di caricare le due caldaie destinate a Braskem (Messico) sulla nave Stellanova Rotterdam ancorata nel molo industriale.
Ieri mattina il sindaco Beniamino Scarpa - assieme al consigliere Franco Pistidda - ha incontrato i lavoratori Sices: «Ho percepito la loro preoccupazione per la decisione di trasferire le commesse in un’altra sede - mettendo a rischio la continuità lavorativa di una azienda che è insediata in città da più di 50 anni - e ho scritto ai componenti del consiglio d’amministrazione della società chiedendo un incontro per parlare delle opportunità offerte dalla reindustrializzazione di Porto Torres, che passa anche attraverso i Progetti di filiera e sviluppo locale e la zona franca doganale». (g.m.)